I GIOVEDÌ DELLA SIGNORA GIULIA
Torna d’attualità lo sceneggiato di Piero Chiara con Tom Ponzi che fu girato a Biumo nel 1969
Metti un set in villa, meglio se d’epoca e un po’ misteriosa, giusto quel quid per alimentare la suspense, soprattutto se si gira un giallo firmato da un autore come Piero Chiara. Accadde nell’estate del 1969 a villa San Francesco di Biumo superiore, una delle dimore aperte in occasione di “Nature urbane” e illeggiadrita dal più antico giardino ornamentale della città, «ameno» secondo l’illustre parere di Alessandro Volta che lo visitò nel 1801.
La troupe diretta da Paolo Nuzzi, regista di scuola felliniana poi sostituito dal “televisivo” e più scattante Massimo Scaglione, mise infatti le tende in villa per girare “I giovedì della signora Giulia”, sceneggiato Rai trasmesso nel 1970 con grande successo di pubblico e critica, oggi disponibile in dvd con il booklet curato da Aldo Grasso. Tratto dal romanzo che Piero Chiara pubblicò nel 1962 a puntate nel “Corriere del Ticino” con lo pseudonimo di Nick Inghirami, e poi uscito negli Oscar Mondadori in occasione della messa in onda dello sceneggiato, racconta la scomparsa della moglie del noto avvocato Tommaso Esengrini, che aveva intrecciato una relazione con il giovane architetto Fumagalli, poi con il viaggiatore di commercio Barsanti, prima di essere ritrovata cadavere nel parco della villa.
Sulla vicenda indaga il commissario Sciancalepre, impersonato dalla massiccia figura del detective Tom Ponzi, che mette in luce delicati intrecci familiari, fino alla casuale scoperta del corpo della signora in una cisterna sepolta nel parco. I sospetti cadono sul marito ma anche su Demetrio, il suo uomo di fiducia, ma il finale rimane sospeso.
Villa San Francesco sorge su un motto dove nel tredicesimo secolo era presente un convento francescano, fondato nel 1224, con annessa una piccola cappella dedicata al santo di Assisi, e circondato da spazi verdi coltivati e grandi giardini. Fu il marchese Benigno Bossi ad acquistare la proprietà nel 1795, che nel 1810 passò al conte Giorgio Clerici, il quale vi costruì una villa in stile neoclassico, utilizzando parte della struttura muraria del convento. Il nobiluomo pensò anche al giardino all’inglese ampliando notevolmente il parco, La villa passò poi, nel 1819, a Carolina Pozzi, moglie di Giovanni Mozzoni, e quindi a Emilio Veratti da cui prese il nome per il quale è più conosciuta.
La villa ha una pianta rettangolare con un cortile interno porticato su tre lati, dove furono girate diverse scene del film, con un quarto aperto sul giardino che dà luce all’ingresso, mentre la facciata è rivolta verso il parco. Dalla cancellata allo svolto di via Mozzoni, entrava la Porsche Targa rosso fiamma dell’architetto Carlo Fumagalli, che aveva il volto di Umberto Ceriani, attore del Piccolo Teatro di Milano allora ventinovenne, diplomato all’Accademia dei Filodrammatici, che aveva debuttato nel 1963 con Strehler in “Vita di Galileo” con il grande Tino Buazzelli.
Ma anche la lussuosa Mercedes di Tommaso Esengrini, il bravissimo Claudio Gora che nella realtà si chiamava Emilio Giordana (padre di Andrea), anche lui bravissimo attore, poi parcheggiata davanti al portico della villa. Completavano il cast Martine Brochard, nel ruolo di Emila, la figlia dell’avvocato poi andata sposa all’architetto Fumagalli, Louis Velle in quello di Barsanti ed Hélène Rémy che intrepretava Teresa, la moglie del factotum Demetrio Foletti, che aveva il volto di Francesco Di Federico.
Ma la comparsata più celebre fu quella dello stesso Piero Chiara, nel ruolo del pretore, giacca nera a due bottoni e cipiglio severo e doppiato per l’occasione. Lo si vede tra l’altro parlare con Tom Ponzi-Sciancalepre nel cortile della villa mentre l’ambulanza carica il corpo della povera signora Giulia. Particolare gossip, Umberto Ceriani e Martine Brochard, allora ventitreenne, si innamorarono davvero nel corso delle riprese per poi sposarsi dopo un anno e mezzo.
Oltre a villa San Francesco (altre riprese furono realizzate a Meina, nella villa di Arnoldo Mondadori), nel film si scorgono la piazza del Tribunale di Varese, con le case di via Dandolo segnate dal tempo e con negozi scomparsi da anni, il lungolago di Bodio e la Canottieri della Schiranna, mentre gli appassionati di automobili d’epoca possono godere della vista di una Mini Innocenti rossa con tetto bianco nella quale Tom Ponzi entrava di misura, e una incredibile Fiat 600 della Polizia guidata dal fido brigadiere Muscariello.
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