LA CRISI DI VARESE
Ojm, le ragioni di un flop
Le cinque sconfitte consecutive mettono la società di fronte all’obbligo di operare scelte forti. Qualcuno ipotizza l’esonero di Moretti, altri tagli nella rosa. Kangur: «Troppi errori, non basterebbe un’ora per elencarli»
Cinque sconfitte consecutive tra campionato e coppa, le ultime tre trasferte europee chiuse con uno scarto complessivo di 92 punti. Crisi? Certo. Tutto da buttare? Sicuramente no. Ma qualche correttivo in corsa va obiettivamente pensato, soprattutto nell’anno in cui - puntando al consolidamento in campionato e all’upgrade continentale (disputando una Champions League molto più competitiva della precedente Fiba Europe Cup) - la squadra era stata costruita puntando sulla filosofia dei “dodici uomini dodici” per garantire tenuta lungo una stagione intensissima. Organico completato con largo anticipo quest’estate e basato sulla conferma del “manico” (Paolo Moretti) e di alcuni giocatori di sistema. Oggi il giocattolo nelle mani del tecnico toscano sembra vicino all’«implosione», con un’asse play-pivot che non sta dando quanto sperato (Anosike, peraltro assente nelle ultime due gare, non aveva prima dell’infortunio tenuto fede alle aspettative, lo stesso Maynor sta deludendo sul piano del playmaking e della leadership), Melvin Johnson “non pervenuto”, Kangur in chiara difficoltà fisica (sia pure con le triple “salvapatria” trovate in due delle vittorie ottenute) e lo stesso Eyenga lontano dai rendimenti della sua prima incarnazione varesina.
Nel dopopartita di Ventspils Moretti ha puntato l’indice sull’approccio difensivo: «È la prima ragione della sconfitta. I numeri dicono principalmente che abbiamo pagato dazio a rimbalzo, ma ci sono costate care anche le palle perse, decisamente troppe, attraverso le quali abbiamo regalato punti facili. Voci che fanno la differenza in una partita nella quale ci abbiamo messo troppo poco». Analisi correttissima, quella del coach, che parte dalla ricerca di correttivi in corsa puntando sull’attuale organico. Cosa tutt’altro che scontata, però, anche perché nell’immediato dopo-Ventspils hanno iniziato a rincorrersi voci (peraltro mai confermate) di possibili tagli di questo o quel giocatore o addirittura di sostituzione dello stesso tecnico. Di vero c’è il summit notturno tra Moretti e il dg Claudio Coldebella. E, se cambiamenti dovessero avvenire in tempi brevi (anche se la sensazione è che prima si attenda in ogni caso la prossima gara di campionato, domenica a Pesaro, dove fra l’altro è atteso il ritorno di O.D. Anosike), la sensazione è che il più a rischio in questo momento sia proprio Johnson, rookie dalle doti tecniche di rilievo ma apparso troppo spesso spaesato e difensivamente “leggero”.
Se Varese sarà capace di “rimettersi in carreggiata”, potrà ancora raddrizzare la stagione, dato l’ampio margine di tempo rimasto. Certo è che il filotto di figuracce accumulato appare come un ridimensionamento imprevisto. «Difficile dire qualcosa dopo una sconfitta del genere, difficile soprattutto trovare spunti positivi. Abbiamo commesso errori banali in attacco che hanno regalato a Ventspils punti facili in contropiede: potrei continuare per un’ora a elencare i nostri errori, ma direi che può bastare così», l’impietosa analisi dopopartita di Kristjan Kangur. Uno che non ha certo paura ad ammettere le proprie responsabilità. Uno che, c’è da scommetterlo, darà l’anima per consentire a Varese di risalire la china.
© Riproduzione Riservata