MECCANISMO
Orologio biologico, scoperta vitale
La scoperta del meccanismo universale che regola l’orologio biologico equivale a una rivoluzione che, nel prossimo futuro, potrebbe permettere di comprendere l’origine di numerose malattie, come quelle neurologiche e del metabolismo, fino ai tumori.
Non a caso gli scienziati americani Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young a ottobre sono stati insigniti del premio Nobel per la medicina per aver messo a fuoco i meccanismi che regolano i ritmi circadiani del nostro organismo (e di tutti gli organismi viventi).
L’orologio biologico è stato ben conservato nel corso dell’evoluzione per la sua importanza strategica: come un metronomo inflessibile scandisce l’alternarsi delle funzioni vitali. Grazie a esso, per esempio, a intervalli di 24 ore tutte le cellule si dividono sempre alla stessa ora. È anche un meccanismo versatile.
Per esempio sappiamo che «va adattato e che quando facciamo un viaggio al di là dell’oceano il nostro orologio si sfasa, ma si rimette a posto perché i nostri occhi vedono l’alternarsi di giorno e notte», ha osservato il genetista Edoardo Boncinelli.
Se finora sono stati scoperti i geni che regolano l’orologio, secondo il direttore della linea di ricerca su genetica ed epigenetica del comportamento dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), Valter Tucci, «la prossima frontiera sarà spiegare esattamente i meccanismi epigenetici, ossia i meccanismi molecolari che non riguardano la sequenza del Dna, ma che ne modificano il prodotto».
Il passo permetterà di comprendere i problemi dello sviluppo neurale, come quelli che portano al ritardo mentale, disturbi psichiatrici e malattie del metabolismo, fino al controllo della temperatura, che oscilla periodicamente nelle 24 ore, fornendo all’organismo segnali essenziali per facilitare il sonno e il risveglio. È sempre più evidente, infine, che studiare le alterazioni di questo orologio vitale potrebbe aprire la strada a nuove armi contro i tumori.
Un ambito complesso perché esistono molte forme di tumore, ognuna delle quali altera il proprio orologio biologico a modo suo. L’obiettivo è riprogrammare l’orologio delle cellule tumorali per farle morire, oppure reagire ai farmaci.
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