L’INTERVISTA
Ospedale unico: pronti, via
L’assessore regionale Gallera lancia la grande scommessa: «Positivo scegliere fra più terreni. Gli esperti, non i campanilismi, daranno la linea
Busto che opta per il terreno donato da un imprenditore a Cassano Magnago, Gallarate che preferisce l’area sulla 336 più comoda logisticamente. Se davanti a Roberto Maroni, il 9 settembre, si era elogiato il lasciare da parte i campanilismi davanti alla scelta di creare «l’ospedale del futuro», dopo poche ore sono emerse subito idee contrastanti da parte dei due Comuni.
A chiarire gli obiettivi è l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, che vuole considerare gli esperti di sanità e non le ragioni dei territori.
Quali criteri seguirete?
«Lavoreremo su due filoni paralleli - spiega - Attiveremo un gruppo di lavoro composto da esperti di economia sanitaria, medici e tecnici per ragionare sull’ospedale del futuro. Non sappiamo ancora quanti metri quadrati considerare, quanti posti letto. Vogliamo rispondere ai bisogni con le innovazioni tecnologiche che permettono oggi di essere all’avanguardia. Non si sommano i letti attuali di Busto e Gallarate, si compie un ragionamento diverso. La commissione sarà composta da esperti che stiamo individuando: lavorerà un paio di mesi, con sollecitudine».
L’altro filone?
«Contestualmente raccogliamo le disponibilità che gli enti locali metteranno sul tavolo. Ben venga la donazione, ma mi sembra si parli anche di altre aree di cui le amministrazioni ritengono di poter disporre con facilità. Perché di loro proprietà o donate o private con destinazione compatibile. Tutto quanto sarà messo sul tavolo».
Come deciderete, alla fine?
«La valutazione sarà compiuta sulla corrispondenza al progetto flessibile, che avrà alcuni requisiti. Poi ragioneremo sull’accessibilità, sulla compatibilità con i volumi utili e sull’equilibrio con le esigenze locali per eventuali bonifiche. Inoltre, vanno considerati i costi per ogni opzione. Alla fine emergerà la soluzione più idonea. Il punto di forza da cui siamo partiti è la volontà di andare in questa direzione, c’è grande disponibilità dei Comuni a mettere in campo alcune loro aree senza irrigidirsi, senza dire “o è la mia o niente”. Tutto questo consente di valutare un ventaglio di aree guardando alle reali necessità».
Priorità ai dati forniti dagli esperti e non alle richieste comunali?
«Le amministrazioni hanno tante proposte, prioritario è il concetto di ospedale del futuro. Su questa base sceglieremo il luogo più idoneo. Valuteremo quanti metri quadrati considerare, quali volumi, quali collegamenti, quanto costerà tutto e su quali risorse potremo contare. Dalle risposte si avrà indicazione sull’area più idonea. Gli elementi da considerare sono complessi, avere più terreni davanti è una ricchezza perché il ragionamento sarà più approfondito».
Nessuna voce ai campanili, allora?
«La grande vera novità è questa: due amministrazioni entusiaste, arrivate ognuna con la sua proposta e magari con altre da presentare. Ben venga valutare 4 o 5 terreni diversi, l’importante è che ci sia la volontà di agire e che l’ospedale si faccia. Il percorso lo vivremo insieme, riflettendo con atteggiamento positivo».
Tempi rapidi, si è detto. Che scadenze vi siete dati?
«In tre settimane attiveremo il gruppo di esperti e, intanto, partiranno le riunioni per un primo confronto. Il gruppo deve darsi da fare a breve. Vogliamo portare a casa il risultato».
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