VERSO IL PALIO
Bartoletti: «Tranquilli, faccio il mio»
Scompiglio non si sbilancia dopo le vittorie a Siena. In gara per San Bernardino
«Jonny, fai il tuo». Lo diceva un paio d’anni fa con tipica inflessione toscana un suo tifoso da dietro la rete dello stadio Mari mentre Scompiglio cercava di prendere la mossa migliore in batteria.
Ma niente, il feeling di Jonatan Bartoletti detto Scompiglio con il palio di Legnano non si è mai tradotto in risultato al palo.
Finora. Domenica potrebbe cambiare tutto perché il fantino che ha vinto tre delle ultime quattro carriere a Siena potrebbe piazzare la zampata anche qui. Ma non chiedeteglielo in forma diretta, perché vi risponderà in modo molto evasivo, se non altro per un motivo: «Per scaramanzia».
Jonatan Bartoletti è così: guascone e temerario, istintivo ma pure molto professionale quando si butta nella mischia. Quest’anno vestirà la giubba di San Bernardino e non più quella di San Magno, come accaduto nelle ultime due edizioni.
«Sono tranquillo, mi sento competitivo ma non mettetemi tra i favoriti», esordisce. «Alla corsa tutti noi ci prepariamo alla stessa maniera, tutti vogliamo andare a vincere. Io farò il mio - ribadisce il refraindel tifoso - come sempre, poi si vedrà».
Il cambio di contrada potrebbe essere lo stimolo giusto per togliere lo zero dal marcatore di Jonny a Legnano. Ma lui non ci dà troppo peso. «Io onoro sempre il giubbetto per il quale corro. Ora mi trovo bene con questa dirigenza e correrò per San Bernardino».
Le sue doti di estro e di forza saranno al servizio della contrada nonna, di quella che non vince dal 2007. Undici anni fa era stato Gingillo, cioè Giuseppe Zedde, a trionfare in sella a Domizia. Troppo tempo è passato, tocca a Jonny riportare il Crocione in contrada. «Ho a disposizione un cavallo nuovo e uno un po’ più esperto. Devo decidere ancora quale scegliere, quale si adatterà meglio alla pista del Mari».
Quasi un ovale da ippodromo, quello che viene utilizzato a Legnano. Tutta un’altra cosa rispetto a piazza del Campo dove Bartoletti ha dimostrato di essere un fuoriclasse tra le insidie di San Martino o della curva del Casato, dove fu decisivo il suo spunto all’interno per la vittoria con la Lupa al palio di Provenzano del 2016.
La sabbia silicea non è il tufo e i purosangue hanno una marcia in più rispetto ai mezzisangue, ma questi elementi faranno al caso di Scompiglio? «Qui – spiega lui – serve un cavallo che sappia correre ma soprattutto girare. Che abbia le qualità dinamiche per la partenza ma anche la tenuta per la gara. Chi dice che Legnano è più facile si sbaglia di grosso. Come tutte le corse è piena d’insidie. Io garantisco, come sempre, la mia prestazione. Poi ci vuole un pizzico di fortuna».
Analisi approfondita, la sua. Segno di grande conoscenza della corsa e di totale fiducia nei suoi mezzi.
«Cosa conta di più in un fantino? Istinto e professionalità sono sullo stesso piano. Ma non bastano. Ognuno deve metterci la sua personalità».
E lui di carattere ne ha da vendere. Non a caso si porta in dote il soprannome di Scompiglio. Vederlo in pista al Mari è comunque la dimostrazione che la corsa legnanese è di primissimo livello. Ma non basta il blasone di Siena per portarsi a casa il crocione. Servono temperamento, intelligenza, tattica. E naturalmente quella componente che tutti conoscono ma che nessuno sa come catturare. Ma è decisiva.
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