L’ATTESA
Palio, il grande giorno
Strategie e speranze in vista della corsa. Una città intera con il fiato sospeso
Dino Pes ha gli occhi della spontaneità. Quando gli chiedi chi vince il palio quest’anno, si ritrae un po’ in imbarazzo. Mai fare a un fantino una domanda del genere. Nella sera della Provaccia i contradaioli se lo coccolano in tribuna. Lui fa il diplomatico: «Qui sono tutti forti, la pista è bella e i cavalli buoni». Più sopra in gradinata si vede Tittia e tanti altri che saranno protagonisti della gara di oggi. L’attesa è da brividi. Se si potesse descrivere quello che passa nella mente e nel cuore di un fantino il giorno prima della gara, forse basterebbe una sola parola. La pronuncia Martin Ballestreros, tre volte vincitore a Legnano, pure l’argentino è in tribuna venerdì sera: «È la vita». Ecco perché il palio ogni anno aumenta il suo appeal. Nel mondo freddo della tecnologia e dei computer, dei rapporti sempre più impersonali, l’emozione è merce rara. Quando un cavallo esce dal canape, invece, il cuore (di ognuno) batte forte. All’unisono. E lo spettacolo comincia.
La terna vincente
Sono tutti pronti, ormai, per la grande sfida. Nelle ore di vigilia, i fantini si concentrano, le contrade lavorano, trattano, annusano le strategie. Il borsino dell’ultima ora ne dà tre in pole position: nell’ordine (se può esserci un ordine quando si parla di palio dove regna l’incertezza) San Domenico, San Magno e Sant’Ambrogio. Il maniero del cane (monta affidabile di Antonio Siri) ci ha visto lungo con i cavalli, ne ha di buoni e sa che con un purosangue forte hai già in tasca metà della vittoria. Troppo ottimisti? No, perché la pista del Mari è talmente bella da sembrare quella di un ippodromo che premia i veri valori. Ma c’è una grossa incognita su ogni palio che si rispetti: la partenza. Ecco, qui entra in gioco il secondo favorito: Jonatan Bartoletti, uno che a Legnano non ha mai combinato granchè. Ma che stavolta vuole dimostrare di che pasta è fatto e San Magno si sta muovendo molto bene come contrada. Vuoi che l’autore del cappotto a Siena venga qui per una passeggiata? Difficile. Infine c’è Sant’Ambrogio nel lotto dei tre perché Pes è fantino sincero e monta cavalli che lo sono altrettanto. Li porta qui Silvano Mulas. Da seguire.
Il ruolo del fato
Gli altri non stanno a guardare, sia chiaro. Come si possono escludere, per esempio, Tittia (Legnarello) o Andrea Mari (San Martino)? E Sant’Erasmo con Giuseppe Zedde? Mai tagliare fuori il corvo. Così come cercheranno di piazzare la zampata Carlo Sanna per la Flora e Sebastiano Murtas per San Bernardino, lì ad approfittare di ogni sbaglio altrui. Su tutto, poi, domina quello che gli antichi chiamavano il fato. Se nel sorteggio delle batterie le contrade con i bomboloni (così a Siena chiamano i cavalli forti) si trovano l’una contro l’altra, come andrà a finire? E’ un bel pasticcio. Per questo non si può mai stare tranquilli. L’importante è che su tutto domini la correttezza. Parola difficile da usare in queste corse ma che deve essere il faro dell’agire del mossiere Massimiliano Narduzzi, già sotto attacco dopo la lunghissima finale della Provaccia. Ma lo difende uno che di queste cose se ne intende, pure lui al Mari venerdì sera: «Narduzzi è una sicurezza», commenta Gennaro Milone, che di mosse nella sua carriera ne ha date chissà quante.
Li chiamano monturati
Un bel rompicapo riuscire a dare una lettura certa alla corsa di oggi pomeriggio. Per non sbagliare basta lasciarsi prendere dall’atmosfera e dalle emozioni del palio di Legnano, chiunque vinca. Stamattina la messa con il volo dei colombi che fa da segno premonitore in vista del pomeriggio. Poi la sfilata con 1.200 figuranti, quelli che a Siena chiamano i monturati. Al campo, infine, per un divertimento che risale all’antico e che non passa mai di moda. Appena il mossiere chiama i cavalli dietro il canape l’adrenalina sale. «Qui, forse, è ancora più bello». Sapete chi lo dice? Niente meno che Maurizio Farnetani, capello bianco ma occhio vispo. Bucefalo, questo il suo nome d’arte, forse lo conoscono tutti così. Ne ha messe tante in bacheca di vittorie al palio, da Siena a Legnano, passando per Asti, Fucecchio, Piancastagnaio e tanti altri. Il meccanismo-suspense delle batterie, la pista curata come un gioiello e un’intera città che si stringe attorno alla sua creatura, fanno del palio di Legnano un unicum, un evento bello e speciale. In poche parole: una manifestazione da non perdere. Oggi pomeriggio tutti al Mari.
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