LA SENTENZA
Palpata sul treno: condannato
Carezze e baci rubati, due anni e tre mesi a un trentenne
Il pubblico ministero Laura Patelli aveva chiesto una condanna a tre anni di carcere per violenza sessuale, ma il Tribunale in composizione collegiale presieduto da Anna Azzena ha avuto la mano meno pesante e alla fine ha inflitto all’imputato, un trentenne di nazionalità tunisina, difeso dall’avvocato Simona Bettiati, due anni e tre mesi, concedendo l’attenuante prevista dal cosiddetto “ultimo comma”, quello relativo ai casi di minore gravità.
È finito così un processo nato da una vicenda di cronaca che nel marzo dello scorso anno aveva avuto parecchia risonanza, dato che lo straniero aveva aggredito sessualmente su un treno, in arrivo alla stazione dello Stato di Varese, una donna che si era ritrovata sola nello scompartimento.
Quella sera il giovane aveva palpeggiato la poveretta ed era quasi riuscito a darle un bacio sulla bocca, e poi, una volta che il treno era arrivato nel capoluogo, aveva cercato di darsi alla fuga, ma era stato bloccato nel giro di pochi minuti dai poliziotti della Squadra Volante, non lontano dalla stazione.
Di qui un’accusa a suo carico di violenza sessuale, dato che ormai da tempo gli approcci sessuali violenti sono tutti “catalogati” allo stesso modo, anche se alla fine il Tribunale ha deciso di applicare nei confronti dell’imputato l’attenuante di cui si è detto, così come sollecitato dal difensore.
L’avvocato Bettiati, nel corso della sua arringa, ha seminato dubbi sull’identificazione dell’aggressore, che non fu, come detto, bloccato immediatamente, e soprattutto ha sottolineato l’assenza di minacce, confermata dalla stessa parte offesa, e l’assenza di una «minorata difesa» dovuta alla presunta debolezza di una vittima di sesso femminile.
La donna, pur terrorizzata, reagì infatti vigorosamente all’aggressione e fece così desistere l’uomo in breve tempo.
Quella sera del marzo 2017, nel vagone che stazione dopo stazione si era svuotato, fu una questione di pochi istanti e il viaggio di una quarantaquattrenne di origine vicentina si trasformò in un incubo a causa di uno sconosciuto.
L’uomo le si scagliò addosso, cercò di baciarla sulle labbra e di toccarla nelle parti intime, ma la donna riuscì a divincolarsi e a fuggire in un’altra carrozza, da dove lanciò l’allarme.
Al suo arrivo alla stazione di Varese l’aggressore fu così rintracciato dalle pattuglie della Squadra Volante, che lo fermarono e lo arrestarono.
Il grave episodio avvenne una sera a metà settimana a bordo di un convoglio di Trenitalia partito dalla stazione milanese di Porta Garibaldi intorno alle 20.30 e diretto nel capoluogo varesino.
La donna rimase da sola nel suo scompartimento con lo straniero tra le stazioni di Gazzada Schianno e Varese. E nonostante l’aggressione fisica e il terrore, ebbe la prontezza e la forza di spingere via il tunisino, approfittando di quei pochi istanti per fuggire in un altro vagone dove non fu più sola e da dove telefonò al fidanzato.
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