PRIMA NAZIONALE
Paolo Bignamini presenta «Solaris»
Debutta in anteprima assoluta al teatro Tirinnanzi di Legnano «Solaris», l’ultima produzione di Scenaperta, il polo teatrale dell’Altomilanese alla cui direzione artistica c’è il regista Paolo Bignamini, affiancato alla direzione organizzativa da Carlo Grassi. Lo spettacolo rientra in un più ampio progetto co-finanziato dall’Unione Europea con il bando Europa Creativa, si intitola «Senses» e ha come obiettivo una nuova strategia di costruzione del pubblico che inverta il calo di partecipazione soprattutto giovanile.
Ha coinvolto università e teatri di 3 paesi e prodotto 3 spettacoli con focus sul rapporto fra teatro e sensorialità, in scena in un festival internazionale che a Milano si tiene al Pacta Salone (18-28 maggio): per l’Italia «Solaris», drammaturgia di Fabrizio Sinisi da Lem e Tarkovskij, con la Statale di Milano (capofila) e Scenaperta (18-21 maggio, prima assoluta); «Les yeux fermés», di Maddalena Mazzocut-Mis e Tancredi Gusman da Maurice Maeterlink, regia di Stephen Pisani per la Francia, con l’università di Avignone e il Théâtre de Carmes (il 24-25); per la Romania, «Re Cervo» di Angelo Inglese su libretto di Paolo Bosisio da Carlo Gozzi, con l’università di Galati e il Teatrul Muzical «Nae Leonard» (il 27-28).
Paolo Bignamini, qual è il rapporto fra teatro e sensi?
«Ho indagato come la rappresentazione investe i nostri sensi. Di solito finto si contrappone a vero, invece spesso ha un valore così reale, da cambiare la nostra realtà. In Solaris accade una cosa narrativamente potente. Agli astronauti appaiono dei visitatori non in carne e ossa (neutrini, nel film), ma per loro sono così veri, da convincerli a cambiare il loro punto di vista: come succede a Kris quando rivede Hari, la moglie morta suicida 10 anni prima».
«Solaris» è un romanzo di Stanislaw Lem che Andrej Tarkosvkij ha reso un cult con il film del ‘72: la vostra versione com’è?
«La storia è la stessa, ma i protagonisti sono solo 3. L’oceano di Solaris è reso con 3 piattaforme, 3 iceberg che simboleggiano gli spazi dove i personaggi si confrontano con lo sconosciuto. In questo senso per me è ideale prosecuzione di Annuncio a Maria: c’è la stessa tensione verso un messaggio inquietante che ci chiama da fuori, c’è il fare i conti con un mistero, che per Tarkovskij era religioso, in Lem più umano».
Perché Pacta? Farete una tournée?
«Collaboriamo da tempo con questa sala storica che ha riaperto quest’anno e si pone come primo teatro metropolitano: ponte ideale fra città e dintorni, proprio come fa Scenaperta. Abbiamo già alcune date estive, tra cui quella al Meeting di Rimini ad agosto, dove cercheremo di portare il figlio di Tarkovskij con cui siamo in contatto».
Anche con la compagnia Lombardi-Tiezzi collaborate da tempo. In che modo?
«Abbiamo un gemellaggio basato su grande stima reciproca. Loro sono più prestigiosi e li finanzia il Ministero. Ci danno sostegno nella produzione, per esempio fornendoci gli attori, come gli eccellenti Debora Zuin e Giovanni Franzosi, per Solaris, a cui si è aggiunto il nostro team, l’attore Antonio Rosti, Fabrizio Visconti (luci) e Gerlando Dispenza (costumi). Anche Sinisi è il loro drammaturgo. Tiezzi è per me maestro di un teatro che spinge i testi e i segni utilizzati al limite».
Lei di formazione è filosofo: come fa la filosofia a reggere la sfida dei tempi?
«Ho in realtà abbandonato definitivamente il mio dottorato, la mia attività teatrale è fagocitante, però mi consente di recuperare certi temi. Il romanzo di Lem riflette sui limiti della conoscenza umana, un mistero che nei personaggi genera un dramma: c’è chi lo elimina negandolo. Chi non lo sopporta e si uccide. Gli ospiti li obbligano a fare i conti con loro stessi. Se il ritorno di fiamma per la filosofia spinge in questo senso, a farci ripartire da noi, ben venga. Io, come teatrante, non troverei del resto altro senso nel teatro che quello di ripartire da ciò che per noi è più urgente, più bruciante nella nostra esistenza».
Martedì 16 maggio al teatro Tirinnanzi di Legnano, piazza IV Novembre, ore 21, ingresso libero su prenotazione, 0331.442517, 329.7775140.
© Riproduzione Riservata