CASO MALDERA
«Parcheggiò nel prato e diede fuoco alla moglie»
Il procuratore generale: «Delitto, non incidente. Piccolomo a giudizio»
È stata depositata nella cancelleria del Tribunale di Varese l’istanza con la quale il sostituto pg di Milano Carmen Manfredda ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Giuseppe Piccolomo. Al termine delle sue indagini - partite dopo che la Procura Generale ha avocato l‘e indagini’inchiesta in precedenza appannaggio del pm di Varese Luca Petrucci -, la rappresentante della pubblica accusa si è convinta che il 65enne pugliese di Corato, un ergastolo per il delitto delle mani mozzate di Cocquio Trevisago, abbia ucciso anche la prima moglie, Marisa Maldera, morta carbonizzata a seguito di uno “strano” incidente stradale a Caravate la sera del 20 febbraio 2003. Incidente per il quale 11 anni fa Piccolomo, indagato perché alla guida dell’auto, incassò un decreto di archiviazione parziale proprio per quanto riguarda l’accusa di aver ucciso volontariamente la moglie e poi patteggiò un anno e quattro mesi per omicidio colposo.
Oltre alla richiesta, Manfredda ha inviato quattro faldoni e diversi supporti video che compongono il fascicolo. In base all’imputazione, l’ex imbianchino e ristoratore, poco prima dell’orario di chiusura della pizzeria-ristorante di Caravate, gestita proprio assieme alla consorte, avrebbe “somministrato” di nascosto alla moglie della gocce di benzodiazepina, dopodiché l’avrebbe convinta a recarsi con la macchina di famiglia a Varese per bere qualcosa. Strada facendo, però, l’improvviso cambio di programma: a seguire l’assunto dell’accusa, Piccolomo avrebbe «deviato dalla sede stradale in località Caravate» e «parcheggiato il veicolo in mezzo a un campo». Quindi, avrebbe versato nell’abitacolo una tanica di 10 litri di benzina, riempita in precedenza, per poi dare fuoco all’auto «cagionando la morte» di Marisa Maldera.
Servizio completo sulla Prealpina di sabato 3 dicembre
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