Cina
Pechino galvanizzata da nascita Banca infrastrutture asiatiche
Il fondo vede la partecipazione anche di storici alleati degli Usa
Roma, 30 giu. (askanews) - La firma, ieri, dell'accordo per la Banca degli investimenti per le infrastrutture asiatiche (Aiib), il ricco fondo promosso dalla Cina e considerato come un'alternativa regionale al sistema di Bretton Woods, è stato trattato oggi dalla stampa di Pechino come un evento anche superiore alle Olimpiadi del 2008.
Rappresentanti di 57 paesi hanno firmato a Pechino, sotto la presidenza del ministro delle Finanze cinese Lou Jiwei, l'accordo di fondazione della banca, alla quale hanno aderito anche molti alleati degli Stati uniti come Gran Bretagna, Germania, Francia, Australia e Italia. Washington e Tokyo, invece, ne sono rimaste fuori.
Il Global Times, vetrina internazionale del Partito comunista cinese, ha spiegato che la Cina ha voluto procedere alla costituzione dell'Aiib dopo il "trattamento ingiusto" subito dalle istituzioni legate a Washington, cioè il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca mondiale.
In base agli accordi associativi, Pechino avrà il 26 per cento dei diritti di voto e questo le permetterà di esercitare un vero e proprio veto su alcune decisioni chiave che richiedono il 75 per cento dei voti: dal nome del presidente alla sospensione dei membri.
L'India avrà un peso nel voto del 7,5 per cento, la Russia del 5,9 per cento, la Germania il 4,15 per cento. Per quanto riguarda l'Italia, avrà diritti di voto per il 2,49 per cento.
Il Global Times ha affermato che l'istituzione della banca avrà "un'influenza fondamentale e duratura, e porterà un più profondo significato della stessa organizzazione dei Giochi olimpici".
Nell'editoriale, il giornale cinese sottolinea come "alleati degli Usa" abbiano aderito alla banca perché "vedono i benefici superiori alle loro relazioni con Washington".
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