Pensioni
Pensioni, sindacati alla prova dell'unità: pressing sul Governo
Prime crepe. Cgil e Uil per mobilitazione, Cisl no
Roma, 14 nov. (askanews) - L'unità sindacale sulle pensioni
inizia a mostrare qualche crepa. Il giudizio di Cgil, Cisl e Uil
sul pacchetto per la previdenza messo sul tavolo dal premier
Paolo Gentiloni (7 misure per un costo complessivo di 300
milioni) è molto articolato ed evidenzia le prime vere
differenze: risposte insufficienti per Susanna Camusso; l'invito
di Annamaria Furlan a continuare la trattativa senza tuttavia
disperdere quanto fino a oggi ottenuto; primi risultati, ma non
ancora sufficienti per Carmelo Barbagallo.
Sabato 18 le parti si ritroveranno a Palazzo Chigi per la
verifica finale. Il Governo presenterà i testi scritti e,
presumibilmente, chiederà ai sindacati di sottoscrivere un
verbale d'intesa. Per le tre confederazioni tutto dipenderà da
ulteriori concessioni dell'esecutivo sui temi più spinosi: platea dei lavoratori che svolgono attività gravose, giovani, donne, previdenza complementare e il contestato meccanismo che lega l'età pensionabile all'aspettativa di vita. Un automatismo che per Palazzo Chigi non può essere messo in discussione perché
rappresenta un pilastro della riforma.
E' sul come si andrà avanti dopo la riunione di sabato che le crepe rischiano di diventare spaccature. Le organizzazioni sindacali hanno riunito i rispettivi esecutivi per fare il punto sulla trattativa. Nei documenti finali la parola "mobilitazione" è utilizzata solo da Cgil e Uil, seppure con delle sfumature diverse, ma non dalla Cisl.
Giudicando "insufficienti" le risposte del Governo, la Cgil precisa che "qualora il confronto non determini avanzamenti il giudizio non potrà che essere negativo". A quel punto si potranno "decidere, sulla base della discussione svolta, tutte le iniziative di mobilitazione nazionali utili a rendere chiara ed evidente la necessità di conquistare risposte coerenti con la piattaforma sulla previdenza e gli impegni già assunti dal Governo con la 'fase 2' del protocollo sottoscritto lo scorso anno".
Il mandato del parlamentino della Cisl a Furlan è invece di "portare fino in fondo il negoziato". Viene condivisa "l'azione sin qui condotta, imperniata su confronto, proposte e un costante dialogo, seppur difficile, con il Governo e le altre organizzazioni". Ma allo stesso tempo chiede di "non disperdere i contenuti sino a oggi realizzati, battendosi per un ulteriore possibile ampliamento delle soluzioni individuate nel corso della trattativa con il Governo" e di confermare "la continuità del negoziato su tutti i temi condivisi, affinché non si arrivi a scelte che rendano irrilevante la funzione sociale del sindacato". La parola mobilitazione non c'è.
La Uil, "pur apprezzando i primi risultati" conquistati nel corso del negoziato, li giudica "ancora insufficienti" e chiede che "siano accolte le ulteriori rivendicazioni" avanzate a Gentiloni. Ritenendo "opportuna" la scelta di prolungare il tempo del confronto, anche in questo caso saranno valutate le risposte su una serie di temi e se queste non ci saranno "proseguirà l'iniziativa, insieme con Cgil e Cisl, sia a livello istituzionale nel confronto con le forze parlamentari che a livello di iniziative di mobilitazione territoriali e nazionali a sostegno delle rivendicazioni sindacali unitarie". Insomma, mobilitazione solo se viene messa in campo in modo unitario.
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