Piccolomo: guerra tra le Procure
Morte dell’ex moglie: fu incidente o delitto? Milano avoca il caso e si schiera contro l’archiviazione voluta dal pm di Varese
È ufficiale. L’avvocato generale dello Stato, Laura Bertolè Viale, ha deciso di adottare la facoltà di avocazione consentita dalla legge e, con un decreto ad hoc, ha tolto al pubblico ministero di Varese Luca Petrucci il fascicolo aperto per fare luce sull’incidente in cui morì carbonizzata Marisa Maldera, la prima moglie di Giuseppe Piccolomo, un ergastolo definitivo per il delitto delle mani mozzate di Cocquio Trevisago. Con il decreto di avocazione, l’ultimo provvedimento adottato dall’alto magistrato, da martedì 1 dicembre ufficialmente in pensione, il numero due della Procura generale di Milano ha delegato il sostituto procuratore generale del capoluogo lombardo Carmen Manfredda in compiti del pm. Sarà dunque lei a presentarsi al posto del collega Petrucci nell’udienza dinanzi al gip del Tribunale di Varese a gennaio. Il provvedimento di avocazione della Procura generale di Milano, assume il significato di una scelta processuale precisa. Infatti, la volontà del sostituto pg Manfredda è quella di presentarsi in aula a Varese per convincere il gip che non è il caso di accogliere la richiesta di archiviazione formalizzata dal pm Petrucci, secondo il quale non c’è invece prova che dimostri che Giuseppe Piccolomo abbia ucciso volontariamente la moglie la notte del 20 febbraio di 12 anni fa a Caravate. Senza contare il fatto che, nel corso delle indagini, lo stesso Petrucci si è convinto che il vero nodo di questa vicenda, vale a dire il principio del ne bis in idem (e, cioè, il principio che vieta si possa essere riprocessati per lo stesso reato), sia in realtà un ostacolo insuperabile, perché l’ex ristoratore di Ispra, che la notte dell’incidente era alla guida dell’auto che finì fuori strada e s’incendiò, in passato ha incassato dall’allora gip varesino Ottavio D’Agostino un decreto di archiviazione parziale proprio per quanto riguarda l’accusa di aver ucciso volontariamente la moglie e ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione per omicidio colposo. In estrema sintesi, il gip di Varese dovrà decidere tra due istanze contrapposte: da un lato, la richiesta di archiviazione sa parte del pm Petrucci; dall’altro, l’istanza di opposizione all’archiviazione proposta sia dai legali delle figlie di Piccolomo, Cinzia e Tina - convinte da sempre che fu il padre a ordire un piano per uccidere la loro madre -, sia dal sostituto procuratore generale Manfredda. Quest’ultima, potrebbe anche sollecitare un supplemento di indagini per dimostrare il movente dietro la tragica fine della signora Maldera: secondo la prospettazione accusatoria, Piccolomo avrebbe infatti inscenato l’incidente nel quadro di una relazione con una cameriera marocchina, poi sposata in seconde nozze e dalla quale ha avuto due figli.
© Riproduzione Riservata