Pil
Pil, Confindustria alza stime 2018 a +1,5%. Crescita si rafforza
Resta ampia distanza da picco pre-crisi, bisogna aspettare il 2021
Roma, 13 dic. (askanews) - Si rafforza il recupero dell'economia italiana. Il Centro Studi di Confindustria, negli ultimi Scenari Economici, conferma la crescita del Pil italiano all'1,5% nel 2017 e la rialza all'1,5% nel 2018 (da +1,3%). Per il 2019 stima una crescita all'1,2%. Tuttavia "resta ampia la distanza dal picco pre-crisi".
Nel 2019 il Pil italiano avrà più che compensato la caduta registrata nella seconda recessione (-4,5% tra 2011 e 2013), ma sarà ancora al di sotto del 2,9% rispetto al livello del 2007. Il recupero completo avverrebbe nel 2021, se la crescita - calcolano gli economisti di Confindustria - proseguisse a un ritmo medio dell'1% annuo.
Permangono, comunque, rischi al rialzo "legati in particolare ad una ripartenza più forte degli investimenti pubblici e a un miglioramento del credito a sostegno di quelli privati. Inoltre, l'export potrebbe avere una dinamica superiore alle attese grazie alla specializzazione italiana".
Il Pil nel quarto trimestre di quest'anno è previsto avanzare di un altro 0,4% (da +0,3% indicato tre mesi fa), ossia quanto nel terzo. La revisione al rialzo di un decimo "non modifica significativamente la variazione del Pil nel 2017 ma si trasmette quasi interamente sulla crescita dell'anno prossimo".
La maggiore dinamica del Pil italiano, restringe il differenziale di crescita rispetto al resto dell'Area euro, ma non lo chiude affatto: da 0,9 punti percentuali nel 2017 scende a 0,6 l'anno prossimo e risale a 0,7 nel 2019.
Entrando nel dettaglio, secondo gli economisti di viale dell'Astronomia, i consumi sono previsti in aumento dell'1,5% nel 2017, dell'1,3% nel 2018 e dell'1,1% nel 2019. L'inflazione è stimata in graduale salita, rispetto allo 0,9% di novembre,
attestandosi all'1% medio nel 2018 e all'1,3% nel 2019.
In robusta espansione gli investimenti: +3,4% quest'anno, +3,3% il prossimo e +2,4% nel 2019. Si conferma l'avvio del recupero degli investimenti in costruzioni: +1,2% nel 2017, +2% nel 2018 e +2,2% nel 2019.
Sul fronte dei conti pubblici si continua procedere sul sentiero del risanamento. Il deficit scende quest'anno al 2,1% del Pil, dal 2,5%, e all'1,7% nel 2018. Risale all'1,9% nel 2019. Le previsioni includono la manovra di bilancio 2018ed escludono le clausole di salvaguardia per il 2019. Scende il rapporto tra debito pubblico e Pil: 131,6% quest'anno (132,0% nel 2016), 130,5% nel 2018 e 129,6% nel 2019.
Quanto all'occupazione, nel 2018 e nel 2019 sale dell'1,1% e dell'1% (+500mila Ula aggiuntive), dopo il +1,2% del 2017 (+1,4% nel 2016). Le persone occupate, dopo il +1,1% registrato nell'anno in corso, cresceranno dell'1% nel 2018 e di un altro 0,9% nel 2019; alla fine del biennio previsivo saranno di 370mila unità oltre il picco della primavera 2008. Il tasso di disoccupazione scenderà al 10,9% nel 2018 e al 10,5% nel 2019, dall'11,3% del 2017. La vera emergenza restano, però, i giovani: il tasso di occupazione per i 15-34enni è al 40,5%, molto più basso che nella media dell'Eurozona.
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