IL PROBLEMA
Piove. Addio... colazione
Le precipitazioni di primavera hanno distrutto il 60% della produzione di miele d’acacia. Stagione difficile anche per cereali e latte
Non è una stagione molto positiva per l’agricoltura italiana e varesina: certo, per avere un quadro preciso bisogna aspettare i bilanci ufficiali di fine anno, ma sono molti i problemi che mettono il bastone fra le ruote al settore primario fuori e dentro i confini prealpini.
A colpire è in particolare il crollo del miele: se in passato erano stati i pesticidi a far temere il peggio per la sopravvivenza delle api, questa volta la colpa è tutta “naturale” e imprevedibile. E si chiama meteo.
«Il 2016 è stata un’annata pessima, purtroppo – spiega il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori -. In pratica il raccolto dell’acacia non si è fatto perché la primavera è stata caratterizzata da tempo brutto e freddo nel periodo centrale della fioritura. Le conseguenze sono state drammatiche: siamo vicini a un tracollo del 60 per cento».
Uno dei fiori all’occhiello del mondo agricolo varesino, l’oro delle Prealpi, sta dunque vivendo un periodo molto duro, come ribadisce il presidente di Confagricoltura Pasquale Gervasini: «Siamo davanti a un vero e proprio tracollo - conferma -. Purtroppo il miele di acacia si raccoglie durante la fioritura e in caso di vento, pioggia o freddo il fiori si chiude impedendo l’arrivo delle api. La produzione si è dunque abbassata drasticamente, anche oltre la metà».
A ciò si aggiungono altre spine nel fianco: «Il prezzo dei cereali sta crollando - prosegue Gervasini -. Il latte è in leggerissima ripresa, ma in realtà si tratta di un fuoco di paglia che non spazza via gli annosi problemi legati a un mercato difficilissimo, anche per i nostri produttori locali».
Articolo completo sulla Prealpina di giovedì 18 agosto.
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