CONTRO IL MALTEMPO
Piove? E io copro il mercato
Bancarelle all’asciutto per evitare il crollo degli affari, Rogora pensa alle aree Mizar. Ma ci sono altre ipotesi
Piove e andare al mercato varrebbe una tessera fedeltà. Sono davvero pochi quelli che ricorrono alle bancarelle sotto la pioggia a catinelle. Tra i pochi non manca chi trova il tempo di fermarsi a segnalare le magagne, come il tombino che getta acqua, per non parlare dei questuanti e parcheggiatori abusivi. Inutile dire che ogni segnalazione finisca per arrivare alla bancarella di Max Rogora. Succedeva quando era consigliere comunale, figurarsi ora che è assessore. Ma le rimostranze sono ordinaria amministrazione rispetto ai dilemmi che assillano l’assessore. Due in particolare: «Come riqualificare il mercato? Come evitare di restare in perenne balia del tempo?».
Un altro ambulante, Roberto Ricciardo, assicura che in condizioni di maltempo, per fare una proporzione, su dieci clienti che verrebbero al sole, otto non si vedono: «E quattro bancarelle su dieci non si presentano». Perché le precipitazioni non intacchino il commercio ambulante, la soluzione è una soltanto e Rogora conferma di averla all’ordine del giorno: «Col sindaco ho parlato di un mercato coperto. A lui l’idea piace molto. Anche a me, ma bisogna andarci cauti. A Novara hanno fatto il mercato coperto, ma non funziona. Inoltre, per il luogo, ho un’idea diversa dalla sua. Un’ipotesi accreditata, che piace ad Antonelli, è di coprire quest’area con una struttura permanente. Ci sarebbe il mercato coperto il giovedì e il sabato e per il resto della settimana un parcheggio sempre coperto non sarebbe male. Temo però che l’operazione aumenterebbe i costi dei permessi degli ambulanti, senza contare quelli che comporterebbe la stessa struttura, comoda quando piove, ma d’estate sarebbe un forno. Allora bisognerebbe arearla. Esistono altre aree, più utili allo scopo: penso alla Mizar sul Sempione, di fianco alla Toyota e davanti al Palaghiaccio. Lì sarebbe perfetto».
Senza contare che il mercato a Beata Giuliana farebbe la gioia del quartiere: molti lo sognano al coperto del Palaghiaccio. L’idea ventilata da Rogora non è di trasferire l’intero mercato di Busto a Beata. E qui torna il primo dei due dilemmi. Giorgio Landoni, successore di Rogora alla presidenza del consorzio dell’Insubria, attesta come la riqualificazione del mercato sia un problema sentito: «Il nostro consorzio, che conta oggi una quarantina di ambulanti, nacque nove anni fa allo scopo di tenere alto il livello di merci e servizi. Se il problema era sentito allora, lo è a maggior ragione oggi. Qui convivono bancarelle di lungo corso, che tengono alla qualità, e altre che proprio non si pongono il problema. Da quattro anni si sono aggiunte le bancarelle dell’usato, secondo una pratica americana della quale avremmo fatto a meno. Il divario è sempre maggiore». Soluzione ottimale? Per Rogora sì: «Un mercato coperto e privato di una cinquantina di bancarelle di qualità potrebbe davvero essere la soluzione vincente».
Servizio completo sulla Prealpina di domenica 6 novembre
© Riproduzione Riservata