Mostre
Pisa, una mostra per scoprire "Tirrenia Città del Cinema"
Al Palazzo Blu la storia degli studios Pisorno-Cosmopolitan
Roma, 10 mar. (askanews) - Dagli anni '30 ai '60, un capitolo importante della storia del cinema italiano venne scritto all'ombra della pineta di Tirrenia. Una storia adesso raccontata nella mostra "Tirrenia Città del Cinema - Pisorno-Cosmopolitan 1934-1969", che si terrà al Palazzo Blu di Pisa dal 23 marzo al 3 luglio, e che è stata presentata questa mattina a Roma alla presenza, tra gli altri, di Alberto Barbera, direttore del Museo Nazionale del Cinema.
A voler costruire gli studi cinematografici Pisorno, nome che univa idealmente le città di Pisa e Livorno, fu nel 1934 Giovacchino Forzano, drammaturgo e librettista di successo. Uno stabilimento modernissimo, progettato da Antonio Valente, tra i primi in Italia ad essere attrezzato adeguatamente per la produzione di film sonori. L'esposizione, curata da Giulia Carluccio, è organizzata dalla Fondazione Palazzo Blu di Pisa in collaborazione con il Museo Nazionale di Cinema di Torino e costruisce un percorso in cui le vicende del nostro cinema si intrecciarono con quelle della storia italiana. Dalla fondazione della città e degli stabilimenti, alla ricchezza della macchina-cinema, mostrata attraverso costumi, macchinari, sceneggiature, brochure pubblicitarie, ritratti di divi, foto di scena e manifesti.
Grazie a preziosi materiali originali provenienti da collezioni pubbliche e private e dagli archivi del Museo Nazionale del Cinema, la mostra offre inoltre una riflessione sui mestieri del cinema celebrando artisti come Renato Guttuso, di cui sono esposti disegni originali e inediti, tra i quali quelli realizzati per "I sequestrati di Altona" di Vittorio De Sica. "Il caso degli studi di produzione Pisorno di Tirrenia, poi ribattezzati Cosmopolitan con l'arrivo di Carlo Ponti all'inizio degli anni Sessanta, è tra le esperienze storicamente più rilevanti di decentramento della produzione cinematografica italiana - ha detto Barbera - la mostra si propone come un'occasione importante per riaccendere i riflettori su un'esperienza che soltanto una colpevole disattenzione aveva sinora incomprensibilmente relegato tra le pagine minori scritte dall'avventurosa storia del cinema italiano".
© Riproduzione Riservata