Nordcorea
Più che missili volano insulti, ministro di Kim: Trump megalomane
E spesso fanno capolino parole desuete
Roma, 23 set. (askanews) - Donald Trump è un "megalomane" e un "re dei bugiardi": questa la nuova tappa della guerra retorica in corso tra il regime di Pyongyang e il presidente degli Stati uniti. A lanciare la nuova salva d'insulti, che finora sono volati più lontano degli stessi missili, è stato il ministro degli Esteri nordcoreano Ri Yong-ho nel suo discorso all'Assemblea generale delle Nazioni unite a New York.
Ri ha detto che Trump è "una persona squilibrata, piena di megalomania" e ha assicurato che la minaccia formulata da Truimp di fronte all'Assemblea generale dell'Onu di "distruggere totalmente" il suo paese ha reso "inevitabile che i nostri missili visitino l'intero territorio degli Stati uniti".
Ri ha inoltre definito Trump "la più grande minaccia per la pace" e ha più volte puntato il dito per rafforzare con la mimica la sua requisitoria.
Il florilegio d'insulti volati tra Pyongyang e Washington s'arricchisce, insomma, di nuovi vocabili, dopo che Kim Jong Un ha stupito il mondo anglofono quando l'agenzia di stampa ufficiale Kcna ha usato la parola "dotard" per tradurre un insulto a Trump profferito dal leader. Si tratta di un termine desueto - vuol dire sostanzialmente "rimbambito" - che appare in Shakespeare e che ha provocato l'ilarità sui social network. Su Twitter l'utente Charles P. Pierce ha scritto: "Voglio ringraziare Kim per aver fatto tornare 'dotard'".
Un ex corrispondente a Pyongyang, ha ricordato oggi il New York Times, visitando la sede della Kcna rimase stupito per quanto fossero vecchi i dizionari a disposizione dei traduttori dell'agenzia di stampa ufficiale. Questo spiegherebbe l'uso del termine desueto.
Trump, che aveva preso in giro il dittatore nordcoreano definendolo "Rocket man" parlando di fronte all'Assemblea generale dell'Onu, ha risposto anche lui via Twitter: "Kim Jong Un della Corea del Nord, che è ovviamente un matto che non si cura di far morire di fame o uccidere il suo popolo, avrà un'esperienza mai provata prima".
La differenza col passato è che, questa volta, il tono delle reazioni ai consueti insulti di Pyongyang è di tenore abbastanza simile. Non è infatti una novità che la Corea del Nord usi parole forti contro i suoi nemici. L'ex presidente sudcoreana Park Geun-hye fu definita una "prostituta" dai media nordcoreani, l'ex presidente Usa Barack Obama una "scimmia", l'ex segretaria di stato Usa Hillary Clinton "una scolara delle elementari e talvolta una pensionata che va a fare la spesa". Gli americani sono spesso definiti "cani" o "gangster" e il governo sudcoreano un "fantoccio"
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