IL CASO
"Prigioniera in casa"
Nonostante i ripetuti appelli ad Aler e Comune, nonostante la documentazione clinica, Angela Lauria è sempre in attesa di una nuova soluzione abitativa priva di barriere architettoniche
"Basta, sono stanca. Non so se ce la farò a sopportare un altro inverno così". Angela Lauria si ferma un attimo e per un attimo l’emozione l’assale. Poco più di un mese dopo l’appello accorato lanciato dalle colonne della Prealpina per avere una casa decorosa e priva di barriere architettoniche, tutto è rimasto come prima. Dal Comune non ci sono stati ulteriori contatti e ancora la settimana scorsa uno dei due figli che l’accudiscono si è recato all’ufficio Servizi sociali per sapere se nel frattempo ci fossero state novità. Ma la risposta è stata quella già sentita altre volte: non ci sono case disponibili. Settantuno anni, pensionata, Angela è costretta per molte ore al giorno a stare su una sedia a rotelle a causa di due interventi chirurgici che ne hanno ridotto moltissimo la capacità di movimento. Abita in un micro-appartamento Aler di via Petrarca e l’ulteriore paradosso di questa situazione è che per raggiungere le due stanzucce di cui dispone bisogna salire una decina di ripidi gradini che di fatto le impediscono di uscire se non accompagnata. In più il bagno si trova in uno spazio rialzato nella zona notte della piccolissima casa, raggiungibile soltanto oltrepassando un ulteriore scalino alto una ventina di centimetri. "L’altro giorno - confessa con grande tristezza - ho perso il piede d’appoggio e sono finita sui caloriferi provocandomi alcune contusioni sul viso e sul corpo. Volevo andare al Pronto soccorso, poi ho desistito e con l’aiuto dei miei figli mi sono curata qui. Non è possibile continuare ad andare avanti in questo modo. Quello che desidero è soltanto una casa che non abbia questi ostacoli. Qui continuano a dire che appartamenti non ce ne sono. Ormai sono passasti quasi tre anni da quando ho portato la prima documentazione e da quasi tre anni non fanno che ripetere questa musica. Ma le pare credibile?". Angela una soluzione e, insieme, un desiderio ce l’avrebbe: poter andare a stare in uno dei due complessi residenziali di via Pietro Micca dietro il centro commerciale Coop. "So che Aler - continua - ha la disponibilità di alcuni alloggi e se potessi sistemarmi là potrei condurre una vita quasi normale". Ma quello che più conta per lei in questo momento è riuscire in qualche modo a muovere le acque. Anche con gesti clamorosi: "Sono pronta - prosegue -, se ce ne sarà bisogno, a rivolgermi alle Iene, a Striscia la Notizia e anche all’Indignato Speciale del Tg5 che si occupa spesso di casi di persone in difficoltà. Ho chiesto più volte un appuntamento al sindaco Laura Cavalotti e al vicesindaco Luigi Luce per parlare con loro della mia situazione, ma non l’ho mai ottenuto".
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