LA SITUAZIONE
Profughi ad alta tensione, Comune blindato
Proteste per le carte d’identità, gli agenti sorvegliano l’Anagrafe
La situazione resta ad alta tensione. Delicatissima e imprevedibile. Lunedì, per tutto il giorno, si è temuto che da un momento all’altro un gruppo consistente di profughi alloggiati in via dei Mille potesse mettersi in marcia verso il Comune per urlare la propria rabbia. E c’è voluta l’opera di mediazione delle forze dell’ordine per indurli a desistere, anche se per ore un manipolo di uomini sia del commissariato di polizia che dell’Arma dei carabinieri ha presidiato l’ufficio Anagrafe in via Fratelli d’Italia.
D’altronde il loro obiettivo era arrivare lì, davanti a quello sportello che dovrebbe concedere i tanto sospirati documenti, utili per una serie di operazioni (e di diritti) che ritengono talmente fondamentali da aver occupato la struttura che li ospita in segno di protesta.
Già, perché oltre a urlare con forza di volere le carte identificative, i richiedenti asilo (perlomeno alcune decine di loro, che in totale sono duecento) hanno anche cacciato da tre giorni tutti gli operatori della KB srl che ne gestisce la permanenza in Italia, nell’attesa che la commissione di valutazione decida del loro destino e del diritto o meno alla protezione internazionale.
Fino a lunedì era stato concesso solo ai mediatori di entrare nell’edificio ex Enel per dialogare con gli stranieri, invece al risveglio pure costoro sono stati messi alla porta. E sulla siepe che protegge l’ingresso agli appartamenti è comparso uno striscione piuttosto singolare per essere stato redatto dai migranti: non era infatti il classico appello, ma la riproduzione della risposta tecnica che sostengono di aver ricevuto dagli uffici comunali al momento della richiesta dei documenti, cioè la mancanza di un responsabile anagrafico in via dei Mille 5 (cosa peraltro subito smentita dai gestori) .
Così, per tutta la giornata, si è andati avanti a discutere e trattare, cercando di convincere gli animi più caldi a non esagerare nella rivolta, la quale sta facendo altresì irrigidire ulteriormente un Comune che - specie sotto la spinta leghista - non pare assolutamente disposto a spalancare le porte (quindi a concedere ulteriori diritti) agli inquilini dello stabile che accoglie i ragazzi in fuga dall’Africa.
Una mediazione, quella condotta dalle forze dell’ordine, che ha almeno consentito che il malumore non si trasferisse per strada, con tutti i rischi connessi all’eventuale marcia, considerando che si tratta di una vicenda che surriscalda velocemente gli animi e si consuma in un luogo nel quale si incontrano e miscelano sofferenze forti, etnie culturalmente non assimilabili e rabbia per una permanenza in Italia che costringe a una stremante seppur oziosa attesa.
La questione delle carte d’identità è quindi solo la scintilla che ha riacceso la battaglia, sebbene si tratti di una richiesta realizzabile solo per una manciata di profughi (solo il 15 per cento dei residenti ha maturato i diritti fissati per ottenerla) e che comunque non dovrebbe cambiare di molto l’orizzonte delle opportunità per chi oggi si ritrova mantenuto per far niente, fino al giorno in cui - molto probabilmente - verrà bollato come clandestino e allontanato.
In questa situazione è chiaro che l’allerta è massima. E anche nelle prossime ore i movimenti in via dei Mille continueranno ad essere monitorati. Per capire se la rivolta, finora pacifica, andrà a scemare col passare dei giorni oppure se, da un momento all’altro, possa esplodere in una calda manifestazioni di piazza.
© Riproduzione Riservata