IL CASO
Profughi, faccia a faccia in Comune
L’avvocato Milena Ruffini incontra il sindaco Emanuele Antonelli: «È un diritto, un giudice ci darebbe ragione». Ma lui sul caso non molla: «Niente documento decennale a possibili clandestini»
I profughi - per ottenere le sospirate carte d’identità - hanno ingaggiato un legale. E giovedì l’avvocato Milena Ruffini, che già li segue nelle pratiche per l’ottenimento dello status di rifugiato (essendo esperta immigrazionista) è stata dal sindaco Emanuele Antonelli, affiancato dal suo vice Stefano Ferrario.
Un incontro cordiale ma in cui le posizioni sono rimaste distanti. «È un diritto di chi soggiorna nel nostro Paese da sei mesi ottenere il documento», ha detto Ruffini al primo cittadino. «Finché non sappiamo se questi ragazzi otterranno la protezione oppure se siano clandestini, preferiamo non darglielo», ha ribattuto Antonelli.
Insomma, l’iniziale apertura del Comune adesso non c’è più, anche per evitare problemi politici visto che la Lega non gradisce trattative con l’universo migranti. Tanto meno con il suo ex tesoriere Alessandro Patelli, che da qualche settimana gestisce il centro di via dei Mille e giovedì ha girato al largo dal municipio, «d’altronde non è una mia volontà tirare la corda, ma solo permettere a questi stranieri di ottenere quello che a loro spetta per norma».
Missione per ora fallita, anche se l’avvocato spera ancora in un ripensamento «perché confido che il Comune affronti l’iter procedimentale secondo la legge e garantisca il rispetto dei diritti umani fondamentali».
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