L'EMERGENZA
Profughi in fuga, caos a Sacconago
Arrivati a Casa Onesimo, una decina di eritrei si sono subito allontanati, forse con il sogno di salire su un Tir diretto verso il Nord Europa. Intercettati in via Tibet, sfiniti, sono stati riaccompagnati in via Lega Lombarda ma poco dopo sono di nuovo s
L’altra sera, provenienti dal centro smistamento per richiedenti asilo di Bresso, erano stati portati a Casa Onesimo. Di probabile origine eritrea (ma non hanno mai voluto dichiarare le loro generalità né la provenienza, oltretutto non parlano italiano o inglese) i dieci profughi accompagnati nella storica struttura di accoglienza di via Lega Lombarda hanno però subito fatto capire che la loro destinazione fosse un’altra. Così alle 4 di notte se ne sono andati, iniziando un cammino tanto breve quanto capace di scatenare il caos nella zona industriale di Sacconago. Perché gli stranieri, denutriti e disorientati, probabilmente imbeccati dal passaparola sulla (vana?) possibilità di intercettare qualche tir su cui salire abusivamente per avvicinarsi al Nord Europa, si sono ritrovati nell’area boschiva di via Tibet, vicino alle imprese. Lì hanno bivaccato, qualcuno è stato male, dei passanti hanno allertato la polizia locale e sul posto - nel primo pomeriggio - si sono precipitate le pattuglie dei vigili e pure un’ambulanza per prestare assistenza a chi non stava bene. I ghisa hanno passato almeno tre ore accanto a loro, non solo per cercare di ricostruire quanto stesse accadendo, ma anche per rifocillare i disperati fuggiti dall’Africa e ora in fuga dall’Italia. I quali, in quanto liberi cittadini, non possono essere trattenuti, ma che si sono trovati in un momento di vera difficoltà. In realtà pare che coloro che avevano abbandonato Casa Onesimo si siano uniti ad altri che già si trovavano in quella zona, divenuta - chissà come - terra d’approdo per tentare la disperata ripartenza.
Svolte le formalità di rito, gli uomini del comando hanno riaccompagnato gli stranieri nella stessa struttura che avevano da poche ore abbandonato. Ma la permanenza di questa disastrata comitiva è durata pochissimo, tant’è che - non appena la polizia locale si è allontanata - i giovani africani si sono rimessi in marcia, riprendendo il tentativo di dirigersi a nord. Insomma, ecco l’ennesima puntata di una vicenda che, al di là della buona volontà di chi gestisce la situazione e delle polemiche politiche che puntualmente accompagnano questo fenomeno migratorio, continua a presentare anche a Busto grande confusione.
Sui numeri e sul movimento delle persone. E l’area sinaghina ha vissuto sulla sua pelle il dramma di questi profughi che, nonostante tutto, inseguono ostinatamente il loro sogno.
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