ACCOGLIENZA
Profughi, risposte diverse
Mentre la giunta di Comerio mette a disposizione un appartamento di proprietà del sindaco Silvio Aimetti, Gallarate risponde "picche": nessun ospite nel "casermone" di viale Milano
Se Varese mette "nero su bianco" il no a nuovi arrivi di profughi con un ordine del giorno votato (non senza polemiche) dal consiglio comunale, la Provincia reagisce in maniera tutt'altro che uniforme sul tema caldo dell'accoglienza. C'è il caso limite di Comerio, con un sindaco (Silvio Aimetti), che annuncia un progetto di accoglienza dal quale sarà coinvolto personalmente, mettendo a disposizione - presumibilmente da agosto - un appartamento di sua proprietà, ma c'è anche il caso opposto di Gallarate, che ha risposto "picche" alla richiesta del prefetto Giorgio Zanzi di farsi carico di nuovi arrivi.
Ma andiamo con ordine: Silvio Aimetti, primo cittadino piddino di Comerio, apre le porte di un suo appartamento ai migranti, con un occhio attento alle difficoltà dei comeriesi. Un darsi la mano ideale tra persone venute di là dal mare con residenti in attuale sofferenza. «Una bella prova di solidarietà, comunque, per la nostra comunità che si manifesta con un progetto utile sia per i migranti sia per alcuni comeriesi attualmente disoccupati e in difficoltà economiche». Le parole del primo cittadino introducono al percorso approvato dalla giunta comunale che vede al centro un appartamento di sua proprietà che si presta ad un utilizzo immediato e quindi può essere occupato da alcuni migranti. «Tale appartamento - continua - è stato reso disponibile, a titolo gratuito, alla cooperativa “Lotta contro l’emarginazione Onlus“, che, a sua volta, a fronte di tale gratuità, si è impegnata a farsi carico degli stage lavorativi per persone disoccupate di Comerio, in concerto con i servizi sociali del comune».
In mezzo alla bufera di questi giorni si alza netta la voce di Aimetti, in pieno accordo con il suo vice, Michele Guariento, e gli assessori Gianluca Fidanza e Fabio Giffoni. «In relazione alle richieste pervenute dal Prefetto Giorgio Zanzi e più in generale ai numerosi appelli giunti nelle scorse settimane da personalità quali Papa Francesco e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - affermano i componenti della giunta - abbiamo ritenuto doveroso accogliere la pressante richiesta di ospitalità nei confronti di persone che si trovano in una grave situazione di difficoltà». Progetto articolato di sostegno «condiviso e partecipato e non imposto» ha la precisa finalità di soddisfare contemporaneamente diverse esigenze e necessità presenti in Comerio: fornire ospitalità, per un periodo limitato di tempo, ad un numero di migranti compatibile con la vita sociale del Comune, creare, poi, un valido progetto di volontariato per queste persone in ambito comunale per far sì che la loro presenza sia utile alla comunità e da ultimo soddisfare le richieste di alcuni comeriesi di nazionalità italiana, attualmente disoccupati, attivando progetti di inserimento lavorativo. La data presumibile di inizio dell’ospitalità ai migranti è stata fissata nella seconda metà di agosto. Ma non mancano le polemiche: il capogruppo della minoranza Paolo Costa ribatte: «Prima di dire che i cittadini sono d’accordo con questa iniziativa, bisognerebbe passare dal Consiglio comunale».
E mentre Comerio lancia il progetto di accoglienza, c'è Gallarate che "dice no" all'utilizzo del casermone dell'aeronautica. Il sindaco Edoardo Guenzani rassicura i gallaratesi preoccupati, il Partito democratico (principale forza nella maggioranza di centrosinistra) e persino la Lega Nord: «Gallarate ha già dato. Dunque, qui non arriveranno altri profughi». Ma soprattutto, e questa affermazione dovrebbe sciogliere in modo definitivo i dubbi sollevati dai leghisti a metà giugno e dai piddini a metà della scorsa settimana, annuncia: «L’ipotesi di utilizzo del Secondo deposito centrale dell’Aeronautica è esclusa dal prefetto». Soltanto al momento o per sempre? «È esclusa».
Beh, dopo il can can che ha attraversato il consiglio comunale in seguito all’allarme sul possibile utilizzo del casermone di viale Milano in fase di dismissione, anche una formula dal sapore democristiano - nessuna risposta alla domanda precisa sulla temporalità dell’esclusione, ma riaffermazione vigorosa dell’unica certezza spendibile - è sufficiente a far pensare che quegli 800 posti di cui dispongono i dormitori degli avieri non saranno presi in considerazione almeno per un po’. Con buona pace del prefetto Giorgio Zanzi che, in qualsiasi caso, nonostante i «no» sentiti dai vari Comuni, dovrà pur sistemare in maniera adeguata la nuova ondata di migranti spettante alla provincia di Varese.
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