LA LETTERA
Proiettili alla Lega, indagini sulla busta
Investigatori alla ricerca di tracce e impronte
Continuano le indagini dei carabinieri della Compagnia di Varese sull’inquietante missiva recapitata nei giorni scorsi alla sezione cittadina della Lega Nord: una busta contenente due fogli con frasi deliranti firmate “Lotta continua” e tre bossoli di pistola, verosimilmente calibro 9. Il plico, regolarmente affrancato e passato dal centro postale milanese di Roserio, è stato consegnato nella sede di piazza del Podestà: a fare l’allarmante scoperta, mercoledì sera durante lo smistamento della corrispondenza, era stato il segretario cittadino del Carroccio, Carlo Piatti. Gli accertamenti puntano a individuare i responsabili della lettera, a partire da eventuali impronte digitali trovate su busta e fogli, ma anche sulla provenienza dei bossoli “in allegato”.
Di certo c’è il fatto che l’episodio ha innescato sdegno bipartisan e agli esponenti del Carroccio sono arrivati attestati di solidarietà da tutto il mondo politico, senza distinzioni di colori e bandiere. Tra i primi a esprimere vicinanza alla sezione padana sono stati il capogruppo del Pd Luca Conte e il segretario cittadino Luca Paris, poi il sindaco di Varese Davide Galimberti e l’eurodeputata e coordinatrice provinciale di Forza Italia Lara Comi. Ieri sono stati i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Umberto Colombo, Adria Bartolich e Antonio Massafra, a esprimere il loro disappunto in una nota congiunta, dove hanno condannato «il grave atto intimidatorio ai danni della Lega Nord di Varese», esprimendo solidarietà e invitando «le istituzioni alla massima vigilanza contro ogni forma di razzismo e di violenza».
Parole che, così come quelle pronunciate nei giorni scorsi, hanno ricevuto il plauso di Piatti: «Tengo a ringraziare tutti quelli che stanno esprimendo solidarietà alla sezione varesina e al movimento. Quello che conta è il rispetto, al di là delle singole idee politiche». C’è però anche la perplessità per quanto comparso in questi giorni sui social network: «Resto basito – conclude Piatti – dai commenti di quegli utenti che affermano si tratti di una lettera che ci siamo spediti noi stessi». Quale sia la vera matrice del gesto, lo stabiliranno le indagini.
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