L’EMERGENZA
Pronto soccorso: infermieri in rivolta
«Così non si va avanti». E il sindacato scrive alla direzione
«Non ce la facciamo più, così non si può andare avanti».
Sono scoraggiati gli infermieri che stanno chiedendo in massa il trasferimento dal Pronto soccorso, nella speranza che si accendano i riflettori sulla situazione di forte disagio che stanno vivendo. Ieri, mercoledì 4 ottobre, il loro sfogo ha avuto una veste istituzionale.
Il caso è stato affrontato su due tavoli. In mattinata dalla Rsu aziendale, al pomeriggio con un faccia a faccia tra rappresentanze sindacali e azienda.
Il caso è noto: troppi pazienti in Ps e pochi posti letto nei reparti, pochi infermieri rispetto al carico di lavoro, il rischio di commettere qualche errore nella gestione, in alcuni giorni, dell’equivalente di due reparti di Medicina, “stipati” lungo corridoi e stanze del Ps.
Le richieste
La Rsu ha deciso di scrivere a Villa Tamagno, quartier generale dell’Asst Sette Laghi per sapere quali siano i problemi che impediscono di applicare il piano anti sovraffollamento che da due anni esiste per decongestionare il Ps.
«I protocolli esistono, chiederemo di sapere quante volte sono state applicati e perché sono inefficaci per affrontare la situazione», dice il portavoce della Rsu, Francesco Tucci, che è anche esponente della Fials.
Un incontro tra infermieri, primario, caposala e ospedale è previsto per l’11 ottobre. Intanto partiranno anche le segnalazioni della rappresentanza sindacale unitaria al responsabile del risk management. Entrambi i documenti saranno sottoscritti con il contributo del delegato Rsu della Uil Davide Ghielmi che conosce bene le problematiche del Ps. Al tavolo sindacale, il segretario generale Uil Fpl Daniele Ballabio ha esortato «con forza l’azienda ad applicare le procedure e a trovare soluzioni condivise, nell’interesse dei pazienti e degli operatori».
Il piano esiste già, «bisogna solo adeguarlo alle esigenze della nuova Asst, cioè all’azienda socionitaria territoriale, frutto della nuova articolazione nata dalla riforma sanitaria regionale».
Gli infermieri hanno affidato il loro grido di dolore alla rappresentanza sindacale aziendale con l’obiettivo di portare a casa qualche risultato. Risultati difficili da ottenere perché la soluzione va cercata anche fuori dal Ps. Dove infermieri e operatori sociosanitari, oltre ai medici, si trovano a gestire l’equivalente di due reparti di Medicina, per numero di pazienti, a fronte di personale identico, che dunque va sottratto dagli ambulatori.
L’assalto quotidiano
I numeri sono da capogiro, sul fronte degli afflussi, cioè delle persone che arrivano ogni giorno al Pronto soccorso.
«Non si può imputare il caos solo ai grandi numeri», è in sintesi il pensiero di chi lavora in Pronto soccorso. Perché l’emergenza è ormai costante. Basti pensare che il numero dei pazienti presi in carico nell’arco di un mese varia tra i 5.068 e i 5.978 da gennaio ad agosto e che la media giornaliera varia tra i 174 e i 193 pazienti.
«Il problema non è di facile soluzione e non riguarda soltanto il Pronto soccorso - ricorda Francesco Tucci -. Non dimentichiamo che se prima del 2007, cioè prima della realizzazione del monoblocco, il problema dell’iperafflusso in Ps era quasi inesistente, è perché i posti letto al Circolo erano poco meno del doppio rispetto a quelli attuali, circa 550».
Intanto all’ospedale di Circolo ci si appresta ad affrontare un’altra emergenza annunciata. Quella dell’arrivo di molti pazienti anche in seguito alle patologie invernali, con le difficoltà inevitabili collegate alla riduzione dei posti letto nei vari reparti per il periodo delle feste natalizie.
«In questo ambito è la Regione che dovrebbe intervenire - dice Tucci - rivalutando il futuro dell’ospedale sul fronte dei posti letto».
Fondi regionali
Tra i fondi stanziati ieri per la sanità lombarda, ben 9 milioni e mezzo arrivano agli ospedali della provincia. Per il Circolo sono stati messi a disposizione 1 milione e 260 mila euro per gli adeguamenti della radioterapia e 930 mila per il riordino e la razionalizzazione degli ambulatori di via Monte Rosa.
L’ospedale Del Ponte beneficerà di un milione e 200 mila euro.
«Questa delibera - è il commento del consigliere regionale della Lega Emanuele Monti - rappresenta uno step importante per la sanità della nostra regione».
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