SANITÀ
«Pronto soccorso ridicolo»
L’assessore Max Rogora attacca il reparto d’emergenza: «Mia figlia a Busto ha atteso invano, a Legnano tutto risolto in 20’»
La rabbia è più forte della consapevolezza che le sue parole, per il ruolo istituzionale che occupa, sono pesantissime. Ma il lunedì notte dell’assessore alla sicurezza Max Rogora, trascorso tra un pronto soccorso e l’altro per far visitare la figlia (che, per la cronaca, si era fratturata un braccio), gli impone di fare un riassunto della sua disavventura: «Mi spiace dirlo, ma io ho accompagnato la mia bimba nella struttura bustese perché avevo fiducia che il servizio fosse di alto livello, invece ho vissuto un’esperienza brutta, assieme a tantissime altre persone che sono state per ore in sala d’attesa. E quando me ne sono andato infuriato perché non la visitavano, sono corso all’ospedale di Legnano e lì ha fatto tutte le visite e le lastre necessarie, venendo dimessa in venti minuti esatti».
In via Arnaldo Da Brescia, invece, la situazione è stata ben differente, in negativo: «Quando siamo arrivati c’era gente che attendeva il proprio turno da ore, siamo rimasti dieci minuti in attesa prima che qualcuno ci desse retta, c’era un solo medico ma ci hanno detto che avrebbero provveduto. Quasi un’ora dopo, quando ho chiesto cosa stessero aspettando, mi hanno spiegato che se all’arrivo avevo davanti tre persone, a quel punto ce n’erano sette. Ma che modo ridicolo è di organizzare le cose? Perché i direttori dell’ospedale oltre che andare ai convegni non vanno a farsi un giro la sera nei reparti più sensibili? Come è possibile che un cittadino preoccupato per la sua salute venga lasciato in deposito per tanto tempo senza che nessuno controlli? E se avesse qualcosa di grave che fa? Muore?» Rogora è un fiume in piena, anche se ci tiene a spiegare che «quando mi era capitata un’altra emergenza nel riparto pediatrico avevo trovato un servizio efficiente», così come «i tanti medici che conosco, molti dei quali anche consiglieri comunali, sono certamente persone serie che fanno bene il loro lavoro».
Ma il punto, per l’assessore, non è costituito dal personale che svolge i turni in reparto: «Non mi permetto di giudicare come uno specialista svolge il proprio compito, mi permetto però di dire quello che ho vissuto di persona. Credo che il cittadino voglia che in caso di necessità ci sia una realtà in grado di curarlo in tempi ragionevoli, senza andare in crisi se arrivano due codici gialli. Credo che sia normale chiedere che il reparto non sia sempre intasato, che si lascino al fronte pochi dottori oberati dagli impegni. A me non interessa se poi qualcuno si arrabbierà, magari dicendomi che non dovrei fare queste uscite pubbliche, ma io so quello che ho vissuto, soprattutto ho potuto fare il paragone con Legnano e toccare con mano la differenza».
Poi l’esponente leghista fa un’ulteriore precisazione: «Oltre a invitare i dirigenti a monitorare la situazione, spero anche che si faccia in fretta a realizzare il nuovo ospedale unico, sperando che serva a far compiere un salto di qualità al servizio, in particolare al pronto soccorso che è il biglietto da visita dal punto di vista sanitario. La prossima volta che vedo qualcuno protestate contro le migliorie, mi arrabbierò di brutto».
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