INFLUENZA
Proteggetevi con i fermenti lattici
In mezzo a questo grande freddo e aspettando il picco di contagio influenzale, sì ai fermenti lattici, no a integratori e immunomostimolanti. Ma soprattutto, «per chi ha maggiori fattori di rischio, vale la pena utilizzare l’ultima finestra di tempo utile per vaccinarsi». A sfatare miti e chiarire dubbi è l’immunologo Ferdinando Aiuti, professore emerito dell’università La Sapienza di Roma, viste le prove che attendono il nostro apparato immunitario con le basse temperature. «Dal punto di vista generale, la buona condizione di salute, con alimentazione sana, vaccini fatti per tempo, giusta dose di movimento e niente fumo, non solo ci fa ammalare meno, ma favorisce anche un decorso normale e non troppo debilitante dell’infezione batterica o virale», spiega Ferdinando Aiuti, autore del libro «Il nostro meraviglioso sistema immunitario» (Guerini e Associati) e di quasi 400 pubblicazioni internazionali. «Mentre è dimostrato - prosegue - che il fumo facilita l’infiammazione e quindi la penetrazione dei batteri attraverso l’apparato respiratorio, non ci sono evidenze scientifiche a favore di sostanze fitoterapiche immunostimolanti e modulanti, molto propagandate negli ultimi anni. Le uniche sostanze che hanno una validità confermata sono i fermenti lattici, ovvero lattobacilli che modificano flora intestinale e aiutano la risposta alle infezioni». Da sconsigliare anche vaccini aspecifici con immunostimolanti, come quelli a base di papaya «che non hanno validità scientifica». Così come un eccesso di integratori di vitamina C: «Bastano le vitamine contenute nell’alimentazione, se corretta». Via libera invece, ancora per pochi giorni, ai vaccini antinfluenzali per chi ha maggior necessità di esser protetto, come anziani, persone con malattie croniche, metaboliche, autoimmuni, tumori. «Ma è importante - dice Aiuti - anche vaccinarsi contro lo pneumococco, responsabile di polmoniti e meningingiti». Una curiosità: le donne sarebbero più forti contro l’influenza. Uno studio pubblicato sull’«American journal of physiology» dimostra che gli ormoni femminili estrogeni hanno un effetto antinfluenzale, riducendo la capacità del virus dell’influenza di replicarsi nelle cellule dell’apparato respiratorio. Gli esperti Usa hanno scoperto questa possibilità studiando cellule nasali prelevate da individui di entrambi i sessi.
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