PALL. VARESE
Prove di dialogo Castelli-Ponti
Tutto rinviato a dopo gli stati generali del 16 marzo
Alberto Castelli e Gianfranco Ponti spengono sul nascere ogni voce di un nuovo contatto tra “Varese nel Cuore” e il finanziere varesino che due anni fa voleva rilevare una quota della Pallacanestro Varese. Nessun sondaggio relativo alla cessione del settore giovanile biancorosso, comparto che sta particolarmente a cuore a Ponti, membro della cordata impegnata tre anni fa a rilevare il vivaio biancorosso trasformandolo in una società satellite (alla fine Cecco Vescovi preferì dire no) e patrocinatore della nuova iniziativa Basket Ignis 1960 che - assieme alle storiche bandiere Aldo Ossola e Dodo Rusconi - ha creato un terzo polo in città.
«Il settore giovanile non è gestito da “Varese nel Cuore”, che non ha alcuna competenza in materia, dunque escludo qualsiasi contatto relativo a questo tema» spiega il presidente del consorzio Alberto Castelli, il quale sulla possibilità di un’apertura ad un socio forte - in sette anni di multiproprietà l’unico ad essersi fatto avanti con una proposta alternativa è stato proprio Ponti - rimanda qualsiasi discorso all’esito degli “stati generali” del 16 marzo.
«Per rispetto dei soci, qualsiasi tipo di iniziativa precedente a quell’appuntamento cui tengo molto sarebbe prematura; sarà l’assemblea ad esprimersi sulle strategie future da perseguire e solo dopo quel passaggio fondamentale stabiliremo quale forma dare alla società».
Sulla stessa falsariga si esprime Ponti, impegnato a dare corpo al sogno di trovare casa al Basket Ignis (primo incontro la settimana scorsa in Comune per studiare la fattibilità dell’iniziativa nell’area di Calcinate degli Orrigoni): «Nessun nuovo contatto con la Pallacanestro Varese o il consorzio: nei giorni scorsi mi sono concentrato sulla questione palestra, mettendo le basi anche per scegliere lo studio di architetti cui affidare il progetto - spiega l’imprenditore varesino -. Però. se dal nostro vivaio dovessero uscire dei talenti la destinazione naturale sarebbe la Pallacanestro Varese. Se esistesse la possibilità di collaborare per le giovanili o altro, da parte nostra non c’è alcun interesse ad avere un atteggiamento di chiusura».
Dunque, al momento si parla di nulla, ma i toni sono lontanissimi dal “muro contro muro” dell’aprile 2015. Di sicuro nulla potrà accadere prima del decisivo passaggio del 16 marzo, nel quale il consorzio dovrà decidere se serve un correttivo al format della proprietà dopo due stagioni consecutive nelle quali è stato necessario ripianare il bilancio.
Altrettanto sicuro è che soltanto un eventuale accordo tra “Varese nel Cuore” e Gianfranco Ponti potrà alimentare la forza economica e le prospettive future della società, come ribadito più volte dallo stesso finanziere varesino.
Al momento, la salvezza dell’Openjobmetis è la priorità assoluta di dirigenza e società. Però, costruire una casa comune nella quale Ponti e consorzio convivano sotto lo stesso tetto potrebbe essere la miglior soluzione per allontanare stabilmente il rischio retrocessione in un futuro nel quale l’interscambio tra serie A e serie A2 raddoppierà nel giro di due o tre anni...
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