L’ANALISI
Provincia: chi brinda e chi no
Longhin (Lega) domina la classifica. Secondo il democrat Bertocchi
Se i partiti politici si sono rifugiati in un pareggio otto a otto, le elezioni provinciali di sabato 15 ottobre hanno sancito alcuni verdetti interessanti fra vincitori e vinti, soprattutto nel conteggio delle preferenze.
Un calcolo che, come sempre, stuzzica la curiosità per capire gli equilibri interni ai partiti, capire chi sale e chi scende, visto che le elezioni provinciali, seppure siano cambiate, rappresentano un potenziale trampolino di lancio verso un seggio che conta per davvero, quello di consigliere regionale. E che conterà sempre di più se dovesse passare il “sì” al referendum sulla riforma costituzionale.
Partendo della maggioranza, il più votato della lista “Civici e democratici”, vicina al Pd, come due anni fa è stato Paolo Bertocchi, con 4.966 preferenze ponderate. Il consigliere di Cunardo, però, ha perso quasi il quaranta per cento dei consensi inanellati due anni fa.
Hanno confermato il proprio seggio anche Valerio Mariani da Busto Arsizio (3.966 “punti”) e Carmelo Lauricella da Gallarate (2.911), leggermente in calo rispetto al 2014.
L’exploit è di Giuseppe Licata(3.523), sindaco di Lozza mentre a Luca Paris sono bastati i voti dei “suoi” (non tutti) consiglieri comunali di Varese che gli hanno consentito di raggiungere il punteggio di 2.974.
Infine Cristina Riva da Ispra che, con 2.887 preferenze è una delle due donne elette. Delusione invece per Laura Cavalotti, la delegata al bilancio dell’ultimo Consiglio provinciale, rimasta fuori per un paio di posti.
In “Esperienza civica”, il colpaccio della lista, che ha conquistato ben due consiglieri, è riuscito grazie ai 2699 voti di Marco Magrini, ottenuti sommando consensi nei piccoli Comuni, ma anche al buon risultato di Davide Tamborini (2.525), sindaco di Mornago.
Fuori per un nulla Antonio Banfi, sindaco di Viggiù ed ex presidente di Orizzonte ideale, formazione di destra vicina a diversi esponenti di quella che è stata Alleanza nazionale.
Conferme e novità pure dal centrodestra, dove la stella nascente è Giuseppe Longhin: con 7.087 preferenze, il consigliere leghista di Cavaria con Premezzo ha più che raddoppiato i voti di due anni fa, prenotando un ruolo di primo piano nel futuro del Carroccio varesino. Bene anche Carlo Pescatori con 4.388 preferenze, trascinato dai voti di Saronno, dove i lumbard hanno dominato le ultime elezioni comunali.
Siederanno a Villa Recalcati anche Marinella Colombo di Castellanza (2.819) e un volto noto del movimento leghista, Maurilio Canton (2.165), segretario provinciale eletto nel congresso dell’AtaHotel di Varese, in cui andò in scena la ribellione dei maroniani contro Umberto Bossi.
“Liberi per la provincia di Varese” scende invece a tre consiglieri: l’eterno Aldo Simeonidi Gallarate (4.428) triplica i voti di due anni fa, grazie alla recente riconquista del centrodestra nella città dei due galli.
Nella formazione messa in campo da Forza Italia sono stati confermati anche Marco Riganti, sindaco di Solbiate Arno grazie a 4.150 voti, e Giuseppe Taldone di Luino, in discesa con 1.987. Primo degli esclusi, per un soffio, è Gigi Farioli, vera e propria macchina da voti quando gli elettori sono i cittadini, ma evidentemente non così quando la scelta dipende dai colleghi sindaci e amministratori locali.
Infine “Insieme per una provincia civica”, appoggiata ufficialmente da Ncd, che con 5.399 voti non ha ottenuto un risultato lusinghiero, ma in cui spiccano i numeri conquistati da Giorgio Ginelli (3.829), che praticamente ha portato a sé quasi tutti i voti della compagine centrista.
Ampi servizi sulla Prealpina di martedì 18 ottobre.
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