IL SALTO
Puka da Viggiù a Legnago
Il diciannovenne centrocampista si gioca la sua chance al fianco di Luca Viviani, fratello dell’olimpionico Elia. «Il sogno? Arrivare al Milan»
Quante volte frasi del tipo “la vita non è un film” hanno inesorabilmente spento, come acqua ghiacciata, i fuochi che accendevano i sogni e le ambizioni? Tante, forse troppe.
Spesso tuttavia chi ammonisce ha ragione: meglio tenere i piedi ben saldi a terra e non farsi troppi film, appunto. Ma non ditelo a Marian Puka. Che come in un western ha inseguito il treno, il suo treno, e non ci è solo saltato sopra ma lo ha proprio assaltato.
Perché è vero, certi treni passano una volta sola e quindi quando vagoni e carrozze lo hanno portato da Viggiù a Legnago (Verona), dalla Prima Categoria alla serie D, il centrocampista classe 1997 si è sentito un po’ Butch Cassidy, un cowboy all’inseguimento del suo treno e anche del suo futuro.
Più di duecentoquaranta chilometri e due categorie segnano la misura del salto di qualità compiuto dal giovane varesino che dalla realtà locale del Viggiù è volato fuori regione per un campionato nazionale tra i semiprofessionisti. Un salto forse troppo grande?
«Assolutamente no, poche cose mi spaventano ora. Tendo ad affrontare tutto dando sempre il massimo e anche questo capitolo non fa paura, anzi. Sono molto emozionato ed eccitato. È un sogno ma non voglio fermarmi» spiega Puka tra emozione e determinazione.
Il viaggio è iniziato proprio a Varese, tra le giovanili dell’Insubria e della Vergiatese per proseguire tra i tigrotti della Pro Patria e per finire poi al Viggiù di Antonino Criscimanni, stagione 2013-2014.
«Con lui ho avuto grande feeling. Mi voleva bene e mi ha aiutato a crescere. Mi sono trovato bene anche con il gruppo. Il ricordo più bello che ho è legato ai miei compagni e al saluto finale che è stato molto toccante. Rimpianti varesini? Forse avrei dovuto impegnarmi ancora di più, avevo un’altra mentalità e non pensavo di poter arrivare a questi livelli. Avrei dovuto credere di più in me stesso e in quello che stavo facendo».
Dopo l’esperienza varesina Puka ha incontrato Ivan Zampaglione (un passato calcistico tra giovanili di Inter e Pavia, Viggiù, Cremapergo, Ospitaletto, Guanzatese), colui che lo ha portato prima all’Avellino e poi alla Triestina.
Ora il passaggio alla squadra veronese di Legnago, a gareggiare nel girone C della serie D, al fianco, altra curiosità, di Luca Viviani, fratello di Elia, medaglia d’oro olimpica di ciclismo su pista: «Devo ringraziare Ivan e i miei due procuratori Ottorino Piotti e OmarFrontini perché è merito loro se adesso sono qui. Hanno creduto in me e mi hanno aiutato ad avere fiducia in me stesso. Qui al Legnago ho già conosciuto i ragazzi, l’ambiente mi piace, il gruppo è accogliente e i senatori ti aiutano davvero a migliorare. In più c’è un’altra mentalità, da parte dei “vecchi” che si allenano sempre senza mancare mai un seduta e questo è molto stimolante».
Il treno di Marian Puka continua a viaggiare veloce. La prossima destinazione?
«Non so dove sarò tra qualche anno, per ora spero di giocare il più possibile. Credo però di potercela fare. Ho tutte le carte in regola e darò il massimo e magari un giorno riuscirò a giocare nel Milan».
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