Italia-Russia
Putin all'Expo: basta sanzioni. Renzi: rispettare accordi Minsk
Colloqui su Ucraina, sanzioni, Libia, G7
Roh, 10 giu. (askanews) - Ucraina, Libia, terrorismo, sanzioni, tensioni con il G7, e qualche battuta per alleggerire un po': Matteo Renzi e Vladimir Putin hanno parlato dei più delicati dossier internazionali del momento, concordando sull'auspicio che tra Russia e Occidente le cose possano andare presto meglio, ma in sostanza prendendo atto che "viviamo un momento difficile", come ha sintetizzato in conferenza stampa il presidente del Consiglio.
Sulla crisi ucraina, con conseguenti sanzioni, Russia e Italia sono d'accordo su quello che il premier Renzi ha definito il principio fondamentale: ovvero che gli accordi di Minsk 2 sono la stella polare di tutti gli sforzi". D'accordo anche sul fatto che "non c'è alternativa ad una soluzione pacifica", ha detto il presidente russo, che ha lamentato un'applicazione "selettiva" dei patti di Minsk da parte ucraina. Così, se il titolo coincide, lo svolgimento dell'argomento tra i due leader necessariamente diverge, visto che la Russia punta il dito contro Kiev e respinge le accuse della Comunità internazionale sul suo ruolo nel conflitto nel Sud-Est ucraino.
Così, l'Ue si appresta a confermare le sanzioni contro la Russia, in sintonia con gli Usa. Quelle sanzioni su cui oggi Putin si è dilungato, argomentando quanto siano dolorose per l'imprenditoria italiana. Secondo Putin, le nostre società del settore tecnologico-militare hanno già perso un miliardo di euro a causa delle misure sanzionatorie. E "gli imprenditori italiani non vogliono interrompere i progetti" che si sono aggiudicati in Russia e quindi "bisogna trovare una via d'uscita" perché "noi altri partner, dovendo, ne troveremo, certo, ma non vogliamo rinunciare a questa collaborazione".
Per Renzi, "nel momento in cui l'accordo di Minsk procederà in modo spedito, anche la fase di diatribe, tensioni, difficoltà e sanzioni commerciali verrà meno. Sono legate al protocollo di Minsk". Insomma, le distanze permangono, come evidenziato dai duri attacchi contro Putin risuonati al G7 di Elmau, in Germania.
E proprio sul G7 oggi Putin ha usato i suoi toni più freddi, liquidando il gruppo dei Grandi Sette come "un club di interessi", con quale non può avere "nessun rapporto" al momento, se non su base bilaterale con i singoli Paesi. Come con l'Italia, che il presidente russo ha descritto oggi come "un importantissimo partner", legato alla Russia da secoli di storia e cultura.
Quanto alla Libia, Putin ha usato toni cauti, ma ha lasciato intendere che Mosca continua a nutrire perplessità su una risoluzione Onu che autorizzi anche un intervento militare di qualche tipo contro i trafficanti di migranti nel Mediterraneo. Quello che accade in Libia "è una catastrofe" e "l'implosione dello Stato libico è conseguenza dell'intervento militare in Libia del 2011", ha detto Putin. "Noi siamo per soluzione pacifica della crisi, anche in ambito Onu".
Ma a parte gli argomenti ostici, Putin ha fatto sfoggio di molti sorrisi, ha ringraziato per l'invito all'Expo e ha sorseggiato del kvas, bevanda a base di pane fermentato con Renzi, che temeva una degustazione a base di vodka. E ha gradito la promessa del premier italiano di vedersi al Mondiale di calcio del 2018 in Russia, anche se con la minaccia di "qualche dispiacere sportivo" per la nazionale di casa.
Arrivato All'Expo con un'ora di ritardo, a conferma della sua cronica tendenza a non rispettare gli orari, Putin nel pomeriggio Putin è atteso dal Papa e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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