MANOLO BLAHNIK
Quando l’arte cammina sui tacchi a spillo
Odia le zeppe, ma adora i tacchi. Non troppo alti, 5 centimetri sono l’altezza perfetta. «I miei tacchi a spillo hanno un che di romantico; danno risalto al movimento del corpo, valorizzando la femminilità» dice lo stilista Manolo Blahnik. A celebrare i 45 anni di attività del couturier spagnolo Palazzo Morando a Milano ospita una retrospettiva, a cura di Cristina Carrillo de Albornoz, che propone una scelta di oltre duecento esemplari (selezionati tra i trentamila prodotti da Manolo) accompagnati da ottanta disegni che individuano le fonti di ispirazione: dall’arte all’architettura, dalla botanica alla letteratura al cinema. Molte delle sue scarpe interpretano aspetti delle opere di pittori come Mark Rothko e Pablo Picasso, scultori e architetti: la scarpa Guggenheim è una particolarissima versione del museo spiraliforme di New York firmato da Frank Lloyd Wright.
È proprio il bagaglio culturale di Blahnik a fare delle sue scarpe vere opere d’arte: ogni modello porta con sé un po’ di storia, fedele al consiglio di Luchino Visconti: «ragazzo, senza tradizione non siamo niente». Al regista lombardo sono dedicati gli stivali lunghi con bottoni, ma anche scarpe rosso fuoco con inserti di corallo, omaggio a Claudia Cardinale protagonista de Il Gattopardo, che sarebbero piaciute anche a Stanley Kubrick per Barry Lindon. Frange e nappe «danno movimento a una scarpa e la rendono unica» insieme a fibbie e gioielli: «A me piacciono le scarpe esagerate, piene di gioielli, di bijoux: sono un esercizio di creatività». Davvero fantasiose le scarpe create per il film Maria Antonietta di Sofia Coppola, décolleté in broccato di seta con bordure di seta pieghettata e sfilacciata a mano che rivela l’amore di Blahnik per i tessuti, raso, taffetà e seta, cashmere e velluti, ma anche cotone e lino, materiale con cui realizza «Suntaxa», la scarpa ciclamino scelta come icona della mostra.
Le creazioni dello stilista si incontrano e dialogano lungo il percorso espositivo con calzature d’epoca della collezione del museo, databili tra il Cinquecento e l’Ottocento, dalle scarpe rinascimentali ritrovate durante gli scavi intorno al Castello Sforzesco alle pianelle veneziane fino ai modelli anni Venti, con la punta allungata e tondeggiante e il tacco a rocchetto. Questo incontro tra storia e contemporaneo è il valore aggiunto dell’edizione milanese della mostra, che vedrà poi una serie di tappe prestigiose, dall’Ermitage di San Pietroburgo a Praga, Madrid e infine in Canada.
Tra scarpe antiche e moderne spuntano anche quelle in denim disegnate per la cantante Rihanna, solo una delle donne famose ad amare le Manolo; come lei anche Bianca Jagger, Paloma Picasso, Anna Piaggi, leggendaria direttrice di «Vogue Italia», e Sarah Jessica Parker, protagonista della serie Tv Sex and the City, pazza per le «Hangisi» blu cobalto. E come non darle torto quando, in un episodio della serie, chiede a uno scippatore di toglierle tutto, ma non le sue Manolo. (s.c.)
Manolo Blahnik. The Art of Shoes - A Milano a Palazzo Morando fino al 9 aprile; orari: martedì-domenica ore 9-13 e 14-17.30, ingresso 10/8 euro. Informazioni allo 02.88465735 oppure www.civicheraccoltestoriche.mi.it. Catalogo Skira.
A Palazzo Morando una mostra celebra i 45 anni di attività del couturier Manolo Blahnik icona della moda
© Riproduzione Riservata