VIA GARIBALDI
«Quel palazzo è da spostare»
Paradossale esito di una causa ventennale: imposti due metri di arretramento
Bisogna fare arretrare un palazzo di due metri. L’unico modo è abbatterne un pezzetto. Forse la facciata. Lo dice la Corte di Cassazione che ha messo la parola fine a una vicenda giudiziaria che dura da 20 anni. Secondo gli ermellini, il palazzo è stato costruito senza rispettare le norme che regolano le distanze fra i confini di proprietà: avrebbe dovuto essere costruito due metri indietro rispetto alla posizione attuale.
La soluzione (sulla carta) sarebbe dunque abbattere la facciata e fare arretrare il palazzo che fra i proprietari annovera anche il Comune di Gorla Maggiore: al piano terra ha infatti sede l’Università della Terza Età. Si tratta di una vicenda che è arrivata al tavolo del sindaco Pietro Zappamiglio, contattato dall’avvocato Diego Cornacchia, legale della gorlese che ha vinto la causa. «Il Comune in questo momento è come tutti gli altri proprietari che vivono nel palazzo, anche noi siamo parte lesa. La situazione è evidentemente delicata e la stiamo studiando e verificando, per capire come muoverci», spiega il primo cittadino.
Che si possa ventilare l’ipotesi di abbattere un pezzettino di palazzo pare impossibile. «Da quel che sappiamo ancora non c’è una quantificazione economica per uscire dall’inghippo. La causa è stata vinta contro l’immobiliare costruttrice che non si è sciolta o meglio non è stata data l’autorizzazione alla chiusura proprio perché c’era questo procedimento legale in corso. Nel frattempo sono cambiati sindaci e funzionari, io vent’anni fa non ero sindaco e neppure amministratore (Zappamiglio ha compiuto 40 anni lo scorso maggio e ai tempi era uno studente di ingegneria, ndr), abbiamo cambiato anche i funzionari forse almeno tre volte. Per questo stiamo tentando di ricostruire la vicenda che è complessa».
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