«Quella grotta è una tomba»
Parla la mamma di Mauro Bossi che come i tre sommozzatori scomparsi venerdì 19 agosto, morì a Palinuro nel 1994
Quando al telegiornale hanno dato la notizia della morte di tre sub, Mauro Cammardella, Mauro Tancredi e Sergio Anzola, mai più riemersi dalla mattina di venerdì 19 agosto dalla grotta della Scaletta di Palinuro, per Nini Bossi è stato come rinnovare il dolore, mai sopito, per la morte del figlio Mauro Bossi, lo skipper varesino trentatreenne, che 22 anni fa perse la vita proprio in quel punto del Mediterraneo.
«Hanno parlato della morte una persona nel “91 e di un altro sub nel ‘94 anni, un uomo di 33 anni: quello era Mauro», dice la signora Nini.
Non erano gli unici, purtroppo, oltre ai tre sub periti venerdì: in epoca più recente, nel 2012, nella “grotta del sangue”, come è stata soprannominata, persero la vita altri quattro subacquei, tre uomini e una donna, e le ricerche proseguirono per giorni.
Ma quello che mamma Nini vuole sottolineare è la pericolosità di quella grotta, e non solo in relazione alla terribile perdita subìta: «Erano tutte persone esperte, che conoscevano il mare e non ne sottovalutavano i pericoli, come il mio Mauro - riprende -. Qualcuno allora mi disse che ci sono delle cavità con esalazioni tossiche e che forse proprio per questo Mauro è morto».
Articolo completo sulla Prealpina del Lunedì del 22 agosto.
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