L'INTERVISTA
"Quella segretaria di Gallarate"
Renzo Arbore, prima di una serata speciale al teatro Condominio, svela un aneddotto legato a Mario Marenco e ad Alto Gradimento. Il ricordo di B.B. King e l'applauso alla musica italiana. Il migliore di tutti? "Enzo Jannacci"
Lo sapevate che Renzo Arbore ha un curioso legame con la città dei Due Galli? E’ lui stesso ad aprire il libro dei ricordi e a raccontare: "Ad Alto gradimento Mario Marenco faceva la voce di una segretaria di Gallarate. Ci divertivamo un sacco: lui, che era architetto e designer da queste parti, probabilmente aveva dei problemi proprio con un’azienda di Gallarate. Da lì è nato tutto". E venerdì 15 Arbore è tornato nella città della gag radiofonica per un concerto speciale. Un appuntamento non in cartellone al teatro Condominio ma solo a inviti. Un modo per ricordare Renzo e Lilli che sono il papà e la moglie di Luigi Eusebio, titolare dell’omonima azienda che lavora nel campo cotoniero e dell’energia con sede centrale a Crugnola di Mornago e filature persino in Costa d’Avorio. Esempio lampante di made in Italy che funziona. "Sono contento di festeggiare insieme a loro i sessant’anni di fondazione", sorride Arbore.
Incontrarlo nel camerino prima dell’inizio dello spettacolo è come chiacchierare con un amico. Simpatico, disponibile e professionale. "La musica che facciamo non si può definire napoletana - esordisce - ormai è internazionale. Da qualsiasi parte vado nel mondo, tutti conoscono Reginella o Maruzzella. Sono canzoni che stanno al di là della stessa musica e del tempo".
Comunicano i sentimenti, offrono lo spirito di un popolo (quello italiano) che non vuole essere etichettato proprio perché è istrionico e imprevedibile. Come Quelli della Notte, trasmissione cult, di cui si festeggiano in questi giorni i trent’anni. Appena lo dici ad Arbore, però, stai attento, perché fa gli scongiuri: "Nessuna commemorazione (e mostra le corna, ndr). Quello è stato un programma modernissimo. Ancora oggi ha un senso. E’ il marchio più forte della televisione dopo Lascia o Raddoppia perché scatenò un fanatismo".
Da Fabio Fazio ne parlerà durante la puntata del 13 giugno. Spiegherà che quella era "una jam session di parole, in cui l’improvvisazione aveva il sopravvento su tutto il resto".
Quante risate.
Parlando di musica, invece, il discorso cade inevitabilmente sul grave lutto che ha colpito la scena internazionale con la morte di B.B.King. "Non l’ho mai incontrato ma sono stato in un locale a Broadway intitolato a lui. La sua forza era di arrivare al cuore con due note, alla faccia di tutti quelli che pensano che sia la tecnica a fare la differenza. Non è così. Ricordo che fu ospite di una trasmissione chiamata "Doc", con Gegè Telesforo, tra il 1987 e 1988.
Ci devono essere ancora le registrazioni in Rai. Mi piacerebbe rivederle".
Ma la musica attuale riesce ad essere all’altezza di quella dei B.B. King e degli altri mostri sacri? Arbore non è pessimista, anzi. Apre la porta al jazz italiano, facendo notare che è "di altissimo livello internazionale". Così pure le grande musica italiana "continua a produrre ottime cose con Paolo Conte, con Daniele Silvestri, con Simone Cristicchi".
Guai anche a dire male di programmi come X-factor: "Meglio i talent che i no talent", scherza Arbore. Insomma, la creatività in qualche modo deve pur saltare fuori. E dare modo in futuro "di studiare a scuola la musica italiana. Provate ad ascoltare Come è profondo il mare di Lucio Dalla o Titanic di Francesco De Gregori: sono poesie che i ragazzi devono conoscere".
Così come dovrebbero confrontarsi con quello che "la mia piccola comitiva di appassionati di canzoni ha decretato come il migliore di tutti". Arbore si commuove quando lo dice. Il più bravo, secondo lui, è stato Enzo Jannacci. Ci sarebbero ancora tante altre cose da raccontare. Ma la scaletta è pronta (quasi), tra pochi minuti si va in scena. Nella città di quella segretaria.
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