LA CORSA
Quelle auto lungo il percorso
Polemiche sulla viabilità legata alla manifestazione di domenica 1 ottobre: blocchi violati e ciclisti a rischio
Quella di ieri è stata una giornata di blocco alle auto dal Lago Maggiore al capoluogo, dalla Valganna a Gavirate, lungo decine di Comuni che hanno dovuto fare i conti con le transenne. E proprio qui si annida uno dei problemi più sentiti: le troppe auto che hanno invaso il percorso, forzando i blocchi.
La paura c’era, dopo l’incidente dell’anno scorso ai danni di un agente della polizia locale proprio per la presenza di un mezzo non previsto sul tracciato di gara. Ed è successo di nuovo, in particolare sull’asse fra Casbeno e Bobbiate, fra la parte alta della Città Giardino e la discesa al lago.
«Non credevo ai miei occhi - dice un frequentatore di un bar nel cuore di Bobbiate -. È bellissimo veder passare la carovana dei ciclisti, uno spettacolo: peccato che lungo la strada ci fossero decine di auto private che hanno rischiato di investirli tutti. Molti hanno superato gli sbarramenti immettendosi nei punti della gara e gli sportivi hanno rischiato davvero grosso. Anche i passanti sono dovuti intervenire per bloccare alcuni automobilisti all’arrivo dei gruppi».
Una testimonianza che si è ripetuta da diverse zone: addirittura a Casbeno ci sono stati attimi di tensione e sono dovute intervenire le forze dell’ordine per riportare la calma.
Ma di chi è la colpa? Molti hanno sottolineato l’assenza di controlli ai varchi, tanto da rendere molto facile la loro violazione.
«Può essere successo perché con 2.800 partecipanti non era semplice vigilare - ammette l’assessore alla Polizia locale e vicesindaco Daniele Zanzi -. Ricordo però che trenta dei nostri agenti sono stati impegnati per gli straordinari fino alle 4 del mattino per l’operazione sicurezza della Regione Lombardia. Senza contare che tantissime manifestazioni si sono accavallate di domenica, dagli eventi in centro alle partite di calcio e basket. Controllare l’intero circuito a ogni varco era praticamente impossibile: le vie d’accesso erano in parte presidiate da agenti e in parte da volontari. I primi non erano in numero sufficiente per tutte le zone e i secondi non hanno ovviamente l’autorità di sanzionare chi forza il blocco. E così di sicuro possono essersi creati dei problemi. Quanto è successo l’anno scorso è legato proprio a questo problema. Certo, chi è al volante si spazientisce un po’ troppo spesso e commette una scorrettezza: per questi due giorni chiediamo di portare paziente».
Come dire: di più la Polizia locale non poteva fare a causa della mancanza di personale, i volontari hanno le mani legate e spesso i cittadini si lamentano ma sono i primi a non osservare le regole mettendo a rischio l’incolumità altrui. E Renzo Oldani, presidente della Società ciclistica Alfredo Binda che firma la manifestazione ricorda anche di non dimenticare l’importanza di questa vetrina.
«Premetto che ringraziamo tutti, dalle forze dell’ordine al Comune, e in particolare la Camera di commercio, per l’impegno profuso in questa circostanza - dice -. Noi non agiamo a fini di lucro, ma per passione e per dare lustro a questa città. Davanti a 2.850 partecipanti al via, direi che la giornata è andata benissimo: riceviamo i complimenti da tutto il mondo per il circuito e per la città. Ne siamo orgogliosi».
Che dire però a quei cittadini che hanno subito i disagi?
«Che non devono vederci come il male, anzi. Nei Paesi in cui si investe sul ciclismo questo porta a triplicare le presenze. Pensiamo tutti insieme a come incrementare questo settore per rilanciare una città che vuole guardare al futuro».
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