LA POLEMICA
"Quereliamo Montanari"
Il mister dei tigrotti chiede rispetto e il Lumezzane preannuncia azioni penali
«Apprendiamo dagli organi di stampa le dichiarazioni del signor Marcello Montanari. Egli chiede "rispetto ad avversari e classe arbitrale".
Nel contempo dichiara "pulito e onesto il gruppo di giocatori dopo oltre tre mesi di duro lavoro", dimenticando forse che il portiere titolare Vincenzo Melillo è stato incarcerato la scorsa settimana, non tre mesi fa».
Lo scrive in una nota ufficiale il Lumezzane Calcio dopo le polemiche seguite alla gara di andata dei playout. E allora il team bresciano, oltre a «smentire categoricamente le dichiarazioni del signor Montanari», ora «procederà a querelarlo per calunnia nelle sedi opportune. Nessun nostro tesserato si è mai permesso di assumere alcun atteggiamento irriguardoso nei confronti degli avversari e la nostra buona condotta è certificata dalla totale assenza di richiami da parte dei quattro arbitri e degli ispettori federali e di Lega presenti allo stadio».
Insomma, il giorno dopo la prima gara è esplosivo: «Invitiamo l'allenatore della Pro Patria, che se intende caricare la sua squadra con questi mezzucci da Prima Repubblica, a lasciar perdere i giocatori del Lumezzane perchè a Busto non abboccheremo alle provocazioni ma risponderemo sempre con il sorriso così come abbiamo fatto durante tutta la partita di sabato. Per ciascuna delle ventitré stagioni consecutive che la nostra società ha affrontato tra i prof, lasciamo che sia il campo a rispondere».
Nuovo colpo di scena nel difficile momento tigrotto, a cui i conti non tornano. Non soltanto il gol di Cruz, in grado poco dopo il quarto d'ora di castigare l'avvio contratto dei biancoblù, ma soprattutto «certi atteggiamenti» - così come rimarcato da Montanari - di giocatori avversari e classe arbitrale.
Il duro j'accuse proferito dall'allenatore elbano, persona integerrima al pari «di tutti i giocatori, tecnici e dirigenti saliti sul pullman», è servito per lanciare un messaggio forte: «Se ci toccherà retrocedere, retrocederemo sul campo per colpe nostre, non perché altra gente ha fatto disastri di cui dobbiamo pagare le conseguenze».
Un concetto che il trainer ha voluto urlare ai quattro venti (anche alle telecamere di Raisport), esigendo rispetto.
«Non voglio entrare nel dettaglio dei singoli casi - aveva detto - ma non mi è piaciuta la gestione della gara, dai mezzi falli sempre e solo fischiati in un'unica direzione, la distribuzione dei cartellini, il gol annullato, il corner non assegnato, senza dimenticare gli insulti gratuiti ricevuti dai giocatori avversari».
Ora, tutto ciò, è finito in una querela.
© Riproduzione Riservata