CLINICA IN BILICO
Quiete, asta deserta. Il futuro è a rischio
Nessuno si è fatto avanti per comprare il complesso sanitario. Domani assemblea sindacale con tutti i dipendenti
Nulla di fatto, ieri 29 marzo, all’asta per la vendita degli immobili dove ha sede la clinica La Quiete, di proprietà del fallimento Ansafin. Per il complesso immobiliare, valutato otto milioni di euro, non è arrivata nessuna offerta e tutto si è risolto nel giro di pochi minuti. Una pessima notizia per i lavoratori della Quiete, che è sotto sfratto esecutivo dall’inizio dell’anno perché il Gruppo Sant’Alessandro, proprietario della clinica, non ha praticamente mai pagato l’affitto. La speranza dei dipendenti, in assemblea permanente da oltre due mesi e ancora regolarmente al lavoro, era che un “cavaliere bianco” arrivasse, comprasse gli immobili e rilevasse la clinica facendola rinascere, anche perché è di tutta evidenza che muri e struttura sanitaria hanno un certo valore se “viaggiano” insieme e un altro, molto inferiore, in caso di sgombero della Quiete da via Dante.
«Oggi non è una buona giornata», hanno detto dunque ieri i rappresentanti sindacali dei dipendenti ad asta conclusa. Amareggiati, per usare un eufemismo, anche per il fatto che «oggi, in un momento cruciale, la proprietà non sia qui e non ci sia stata nemmeno una telefonata: è un comportamento di una gravità assoluta. Da oggi, più che in passato, continueremo la nostra battaglia da soli, andando per la nostra strada: non esiste più un progetto comune». Prossima tappa di una lotta che si annuncia sempre più difficile, un’assemblea sindacale con tutti i dipendenti domani pomeriggio, 31 marzo, alle 17.30. Assemblea che dovrà stabilire come procedere nelle prossime settimane. Tra le ipotesi la richiesta di fallimento del Gruppo Sant’Alessandro, che ha pagato l’ultimo stipendio completo a dicembre, e la richiesta di ammortizzatori sociali dopo l’esecuzione dello sfratto. In ogni caso l’ufficiale giudiziario sarà alla Quiete lunedì e la procedura potrebbe riprendere: nel caso l’assemblea abbia deciso per la resa, a quel punto potrebbe iniziare lo sgombero di pazienti e attrezzature. Chiaramente tra qualche mese - si può ipotizzare all’inizio dell’estate - ci sarà una nuova asta per la vendita degli immobili, ma visti gli sviluppi degli ultimi mesi, sembra un po’ improbabile che la clinica possa restare aperta fino ad allora.
Sulla vicenda è intervenuto infine Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega Nord, che da tempo segue il caso e lancia un appello «perché la Quiete non chiuda e anzi continui a svolgere il suo pluridecennale compito di assistenza per i cittadini di Varese. Grazie alla riforma della sanità voluta dalla Lega Nord e dal Governatore Maroni strutture come La Quiete possono assumere un ruolo ancora più importante, nell’ambito dell’assistenza ai pazienti post-acuti».
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