ISLAM
Ramadan, 300 sotto il tendone
Via al digiuno nell'area di via Pacinotti. La comunità musulmana invita tutta la cittadinanza all'insegna di "amore e pace"
L’altra sera, alla prima preghiera del mese del Ramadan, sotto il tendone di via Pacinotti erano circa trecento. Giovedì 18 è iniziato il digiuno. E già per il 27 giugno la comunità islamica gallaratese sta programmando un appuntamento aperto a tutti: un momento di discussione e poi di condivisione del pasto, al quale ha invitato gli amministratori, ma anche come accade da anni tutti i cittadini. E al quale Hamid Khartaoui, presidente della comunità musulmana di Gallarate e della federazione islamica in Lombardia, preannuncia la presenza anche di Paolo Branca, scrittore e docente universitario esperto di Islam.
«Il messaggio che lanciamo anche quest’anno è di amore e di pace», afferma Khartaoui. «Speriamo che questo mese lo sia davvero, di amore e pace». Ciò per sottolineare che il terrorismo di cui sempre più fortemente le cronache sono inondate, e che la comunità musulmana aveva condannato durante la marcia della pace nello scorso gennaio, «non c’entra nulla» con il vero significato della religione islamica.
Già negli anni scorsi gli incontri organizzati sotto il tendone e aperti alla città avevano attirato un buon numero di persone, interessate a partecipare al dibattito o anche soltanto ad ascoltare. «I gallaratesi si dimostrano aperti alla conoscenza», sottolinea Khartaoui. Certo, la comunità islamica aveva sperato ancora lo scorso anno, alla chiusura del mese del Ramadan, che quello potesse essere l’ultimo in via Pacinotti e che in questi mesi ci potessero essere passi concreti verso la possibilità di avere un luogo di preghiera fisso in città. La variante al Pgt alle aree di culto in generale ha destinato due zone, una legata all’ambito di trasformazione sull’asse della stazione (quindi, ancora gravitante verso via Pacinotti) e l’altra a Sciarè (in zona industriale). Un piano che però si trova anche a fare i conti con la legge regionale, da più parti ribattezzata norma anti-moschee, che contiene regole urbanistiche più ferree sull’apertura di nuovi luoghi di culto in Lombardia e che il governo ha già impugnato davanti alla Corte costituzionale.
Per quest’anno, comunque, il terreno messo a disposizione dall’amministrazione comunale c’è. E, come già accade da tempo, si trova proprio sul lato della strada opposto a quello dove sorge il santuario di Madonna in Campagna. «Anche quest’anno abbiamo accolto un’esigenza della comunità islamica», commenta l’assessore alla Partecipazione democratica, Cinzia Colombo. «Il mio augurio è che Gallarate diventi davvero città di tutti e l’amministrazione comunale sia sempre impegnata a garantire il riconoscimento della persona e i diritti, nel rispetto dei doveri, come è riconosciuto dalla Costituzione». E che il mese del Ramadan possa servire come momento per riflettere. «Auspico che Gallarate diventi città che sappia accogliere le persone e la ricchezza delle persone, al di là della religione, perché le comunità straniere possono essere una ricchezza», prosegue Colombo. «E mi auguro che le paure ancora troppo spesso millantate lascino spazio alla riflessione e alla necessità di riconoscere la dignità delle persone. Capendo che i problemi che stanno davvero attraversando Gallarate, l’Italia, l’Europa, sono altri». E, pur senza «nascondere la testa sotto la sabbia», ma ben riconoscendo quelli che possono essere problemi legati anche alla presenza di nuove etnie e che solo conoscendo e lavorando insieme si possono affrontare, l’assessore aggiunge: «Credo sia ora di smettere di creare panico, allarme, perché la dignità delle persone vale di più di un voto ottenuto parlando alla “pancia” della gente».
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