IL PERSONAGGIO
Ramella, paura a Città del Messico
Il mister varesino, oggi tecnico dell’«America», racconta il terremoto. La fuga in strada, sette piani di scale in pochi secondi
Tra i cinquanta milioni di persone che nella notte tra giovedì 7 e venerdì 8 hanno avvertito «il più forte terremoto registrato in Messico dal 1932» - come lo ha definito il presidente Enrique Peña Nieto – c’è stato anche l’allenatore varesino Ernestino Ramella, dal giugno scorso alla guida della seconda squadra dell’America, club di spicco di Città del Messico. «Mi trovavo nel mio appartamento al settimo piano del palazzo in cui abito – racconta il mister sessantaduenne – e stavo leggendo la relazione su La Piedad, la squadra contro cui giocheremo domani sera». Poco prima di mezzanotte (quasi le 7 di mattina in Italia), ecco le scosse: «Il letto ha iniziato a vibrare e la luce elettrica funzionava a intermittenza, e così sono corso giù in strada», prosegue Ramella, per poi concludere con un sorriso, dopo quegli attimi di terrore: «Credo di aver battuto il record di velocità di quando giocavo: sette piani in discesa percorsi in pigiama in dieci secondi».
Servizio completo sulla Prealpina di sabato 9 settembre
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