COLPO AL DISTRIBUTORE
Rapina al confine, sì all’estradizione
Gallaratese in carcere a Varese per il colpo di Ligornetto: sarà “consegnato” alla Svizzera
Gli indizi a suo carico sono «univoci», «convergenti» e ne proverebbero «la responsabilità al di sopra di ogni ragionevole dubbio». Morale: la quinta Corte d’Appello penale di Milano, la sezione competente in materia, ha disposto il via libera alla richiesta di estradizione formalizzata dalla vicina Confederazione Elvetica nei confronti di Franco L., 42 anni, pluripregiudicato di origini gallaratesi, tuttora in carcere ai Miogni di Varese con l’accusa di aver rapinato la stazione di servizio Eni di Ligornetto nel pomeriggio del 29 marzo scorso, fuggendo poi a piedi dal valico di Clivio. A sentire uno dei legali dell’indagato, l’avvocato varesino Martina Zanzi, che pure ne aveva sollecitato la scarcerazione, l’esecuzione dell’estradizione dovrebbe essere questione di pochi giorni. Al massimo di qualche settimana. Anche perché, al fine di velocizzare l’iter, il diretto interessato ha rinunciato al ricorso per Cassazione contro il provvedimento.
In precedenza, non era stato tutto così semplice. Al contrario. Se in origine Franco L. aveva scritto una lettera autografa dal carcere in cui prestava il proprio consenso alla richiesta di estradizione, allo scoccare della prima udienza aveva cambiato idea, sostenendo di aver scritto la lettera in un momento di profondo sconforto e, per di più, senza nemmeno consultarsi col suo difensore.
Contro di lui parlano le impronte digitali rinvenute sul suo casco dalla polizia cantonale ticinese che hanno reso possibile l‘identificazione.
Servizio completo sulla Prealpina di martedì 5 settembre
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