LA SENTENZA
Rapinò infermiera: 3 anni e 2 mesi
Violenze a Cuasso al Monte. Ventinovenne condannato anche in appello
Nel motivare la sentenza di condanna per rapina aggravata a tre anni e due mesi di reclusione, giunta al termine di un giudizio con rito abbreviato, il giudice dell’udienza preliminare di Varese Anna Giorgetti, ha rivolto parole pesanti all’indirizzo dell’imputato, un giovane di Brenta, oggi ventinovenne, descrivendolo come un soggetto «molto pericoloso» e «incline a condotte di inusitata violenza».
Con queste premesse, le speranze di riformare la sentenza di primo grado per Omar O., uno dei due rapinatori protagonisti della brutale aggressione avvenuta la sera del 21 maggio di due anni fa a Cuasso al Monte, che ebbe come vittima una quarantenne infermiera romena al lavoro nel locale ospedale, erano in partenza ridotte al lumicino.
Perciò, non sorprende che i motivi di appello formalizzati ieri dall’avvocato Vetullio Mussolini, difensore del pregiudicato di Brenta (attualmente libero dopo essere stato in carcere e agli arresti domiciliari) si siano scontrati contro il muro opposto dai giudici della terza Corte d’Appello di Milano. Giudici che, nel confermare integralmente il verdetto di primo grado (incluso il risarcimento di 10mila euro alla parte offesa), non ne hanno voluto sapere di concedergli le circostanze attenuanti generiche.
L’imputato, arrestato il novembre successivo al fattaccio (a incastrarlo, oltre al riconoscimento della vittima, il rinvenimento di una sua impronta digitale sul finestrino dell’auto dell’infermiera aggredita) e ieri, giovedì 1 giugno, presente in aula a Milano, ha sempre tenuto per sé il nome del suo complice. E si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere.
In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, quella sera di primavera, Omar O. si appostò lungo la strada, simulando un guasto all’auto (guidata dal complice) e chiedendo di fermarsi alla malcapitata automobilista di passaggio. La donna accostò. Ebbe sì l’accortezza di non abbassare del tutto il finestrino, quel poco, però, bastò all’aggressore per rifilarle una raffica di pugni al volto che le provocarono un trauma facciale con contusioni multiple e la tumefazione della piramide nasale, per una prognosi di 20 giorni.
La donna fu derubata della borsa che si trovava sul sedile del passeggero e conteneva documenti, carte di credito e qualche banconota. E i due banditi?
Si dileguarono in tutta fretta, facendo, lì per lì, perdere le loro tracce.
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