Cina
Rasare capelli a una ragazza è reato? Il web cinese si divide
In un milione si accapigliano su domanda esame avvocati
Roma, 28 set. (askanews) - Il mestiere del giurista, talvolta, consiste nello spaccare il capello in quattro. E potrebbero aver pensato proprio a questo gli occhiuti esaminatori cinesi dell'annuale e difficilissima prova per diventare avvocato, quando hanno posto una domanda che ha diviso la platea degli aspiranti giuristi e i social network: se una ragazza considera la bellezza dei suoi capelli un elemento fondamentale della sua vita, e una rivale glieli taglia, può quest'ultimo comportamento essere considerato un crimine contro il diritto alla vita? A raccontarlo è il sito internet del giornale del Partito comunista cinese, il Quotidiano del Popolo.
Sono stati 438mila quest'anno gli aspiranti giuristi che hanno preso parte all'esame preparato dal ministero della Giustizia di Pechino. Nonostante il fatto che le domande non vengano rese note dal dicastero, questa domanda è tuttavia trapelata immediatamente. Su un social network, secondo il giornale, oltre un milione di utenti si sono pronunciati sul quesito.
Alcuni si sono espressi, senza dubbio, a favore di una punizione per la crudele tagliatrice, qualcuno ha affermato che rendere calva una ragazza equivale a una "sentenza di morte" e che andrebbe considerato "un omicidio". Altri hanno sostenuto che, invece, non si tratta di un reato. "I capelli non possono ricadere nella categoria di diritto alla vita. Tagliar via i capelli di qualcuno non vuol dire tagliargli la testa: uno resta vivo, senza capelli", ha scritto un altro utente.
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