L'INCHIESTA
Reati? Così fan tutti
"Ambulanza gratis? Una prassi". I vertici della Croce Rossa si difendono dalle accuse di truffa e peculato
«Sono comportamenti comuni in tutti i comitati, in altre parole una prassi ormai consolidata. Oltre tutto il comitato provinciale varesino dal 1999 li ha autorizzati con un’ordinanza: o ci lasciano lavorare, consentendoci anche la disponibilità dei nostri movimenti, oppure ce ne andiamo». Il presidente regionale Maurizio Gussoni è arrivato da Milano per difendere l’operato del comitato locale della Croce Rossa di Luino, finito sotto i riflettori la scorsa settimana dopo la denuncia per abuso d’ufficio, truffa nella timbratura dei cartellini e falso di undici tra volontari e dipendenti, tra i quali il presidente, Pierfrancesco Buchi.
La difesa dei "suoi" uomini è stata a 360 gradi, sostenuta anche dalla presenza di numerosi volontari («e sottolineo volontari, cioè persone che lavorano per la comunità gratuitamente», ha ribadito).
Gussoni aveva preannunciato la versione dell’ente sulla vicenda, quando venerdì la Guardia di Finanza di Luino aveva esposto il completamento delle indagini, partite nel 2013, in seguito a un esposto presentato da due dipendenti. Quali le accuse?
«Acquisti in cartoleria (di proprietà della famiglia di Buchi, secondo l’accusa, ndr) a Luino per 5.000 euro in un anno: la spesa maggiore è per le scatole che contengono le nostre donazioni ai meno abbienti. E poi ci sono i servizi effettuati con l’ambulanza a favore di parenti di volontari e la presenza degli stessi mezzi a manifestazioni come il XXV Aprile o la festa della Repubblica, tutti gratuitamente: ecco di che cosa ci accusano», precisa Gussoni, che non manca di sottolineare la «totale fiducia nell’operato della magistratura e della Guardia di Finanza». Anzi, spiega, la cartoleria è l’unica rivendita di Luino «autorizzata e la Cri va lì da 30 anni, da quando Buchi era un bambino, mentre la legge ci consente il trasporto gratuito di parenti fino al primo grado, e alle manifestazioni ci andiamo come tutti: a chi dovremmo chiedere l’autorizzazione per il pagamento?»
E’ vero, riprende Gussoni, che ha a fianco anche il presidente provinciale, Mario Grassi, che la Croce Rossa è una pubblica amministrazione, «ma non può muoversi esclusivamente in questa logica: il problema è generale e può riguardare tutti i comitati: noi abbiamo delle norme, sappiamo come muoverci. Ma, se collidono con la legge, ce lo dicano. E, se necessario, ce ne andremo e faremo una nuova organizzazione».
Accanto a lui in conferenza stampa sedeva Pierfrancesco Buchi, ex assessore a Luino, volontario Cri da 15 anni e presidente del comitato locale da tre. E’ lui a raccontare qualche spezzone della gestione di Croce Rossa. «A Luino non sono mai state emesse fatture per la carta, semplicemente perché la carta la metto io, da sempre, gratis», spiega. Uno dei tanti esempi: «c’è poi chi paga il materiale che serve per le sedi di tasca propria e chi fa lezione alle pubbliche amministrazioni, gratis naturalmente. Qui tutto, dalla sede alle ambulanze e spesso anche la benzina, è pagato da noi o con donazioni: questo però non viene considerato». Ecco perché, conclude Gussoni, «la vicenda a noi concettualmente non quadra anche se giuridicamente può avere un senso».
Un dualismo non di poco conto, se si considera che gli esposti dei dipendenti hanno portato a un’inchiesta penale, avallata dal pm Massimo Politi in seguito alle indagini delle Fiamme Gialle luinesi.
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