Riforme
Referendum, Renzi si gioca il governo: rilancio o crisi al buio
Con vittoria No premier al Colle. E peseranno numeri sconfitta
Roma, 4 dic. (askanews) - Al termine di una campagna referendaria monstre durata praticamente un anno, Matteo Renzi affronta la sfida decisiva della sua carriera politica. Il voto degli italiani sulla riforma costituzionale segnerà il destino del 'Rottamatore': colui che sarà riuscito dopo 30 anni a modificare la seconda parte della Costituzione, oppure un altro dei politici che sulle riforme vedrà ammaccata forse irreparabilmente la sua leadership.
Nel primo caso, la vittoria del Sì al referendum offre pochi possibili scenari alternativi: o un Renzi rafforzato che rilancia l'azione del governo e va allo scontro con "l'Europa dei burocrati", oppure - ma è ipotesi seccamente smentita dai suoi - un premier che decide di incassare il voto del referendum portando il Paese ad elezioni anticipate. Strada che presenta invero diverse obiezioni: gli appuntamenti internazionali imminenti, dalle celebrazioni per il Trattato di Roma al G7 di Taormina, che rendono difficile immaginare l'ok del Capo dello Stato ad un'interruzione anticipata della legislatura. Più probabile dunque che davvero Renzi - come dicono parlamentari vicini al premier - in quel caso deciderebbe di andare avanti col suo governo, scalare ancora le classifiche di longevità, vincere a mani basse il congresso del Pd per poi presentarsi agli elettori nel febbraio del 2018 e affrontare la sfida con il M5s con un Italicum modificato ma ancora sostanzialmente maggioritario.
Molto più variegati gli scenari in caso di vittoria del No. Dopo i proclami di un anno fa ("Se perdo mi dimetto e lascio la politica", diceva il premier), Renzi ha scelto un'altra strategia comunicativa, cercando di scindere il suo destino dall'esito del referendum. Ma seppur con meno nettezza, il messaggio è sostanzialmente lo stesso: il 5 dicembre, è l'unica certezza che i suoi collaboratori diffondono, Renzi salirebbe al Colle per rimettere - presumibilmente una volta approvata la legge di Bilancio - il mandato nelle mani di Sergio Mattarella. Una "crisi al buio", l'ha definita lo stesso Renzi, evocando lo scenario più temuto della Prima repubblica, quando un governo cadeva senza che i partiti si fossero già accordati su come ripartire. Quello che succederà dopo, dipenderà innanzitutto dalle valutazioni del Presidente della Repubblica, ma anche dalle scelte di Matteo Renzi e dei gruppi parlamentari del Pd. Scelte che potrebbero essere determinate anche dalla pesantezza della sconfitta.
Se infatti i No dovessero prevalere di misura, la convinzione di molti parlamentari vicini a Renzi è che il segretario del Pd cercherebbe di trasformare i tanti voti per il Sì alla riforma in voti per sè alle politiche. E allora la strada potrebbe essere un governo di scopo - magari presieduto dallo stesso Renzi - con il compito di varare in pochi mesi una nuova legge elettorale e andare ad elezioni anticipate. Un'accelerazione che Renzi potrebbe riuscire a imprimere se - pur sconfitto nelle urne referendarie - riuscisse a portare sul Sì un numero di italiani superiore agli 11 milioni di voti ottenuti dal Pd alle Europee. Magari con una legge proporzionale, che potrebbe regalare a Renzi di nuovo la centralità in Parlamento.
Diverso lo scenario in caso di larga vittoria del No. In quel caso Renzi uscirebbe davvero indebolito, anche all'interno del Pd, e non è scontato che i gruppi parlamentari lo seguiranno sulla strada del voto anticipato. A quel punto, lo showdown avverrebbe prima nel Pd: "Se vincesse il No, la gran parte dei militanti sarebbe furiosa con la minoranza che ha fatto campagna contro la riforma", ragiona un parlamentare vicino al premier. Il congresso Dem diventerebbe quindi lo scenario della resa dei conti interna, per poi provare a ripartire da lì.
Ma in caso di vittoria del No c'è un'altra incognita, per alcuni parlamentari la più importante da considerare per disegnare i futuri scenari: la legge elettorale. Innanzitutto i tempi per raggiungere un'intesa, e soprattutto che tipo di modello riuscirà ad incontrare una maggioranza in Parlamento. Anche su questo tavolo, la dimensione della sconfitta e la conseguente 'tenuta' dei gruppi Pd intorno alla leadership di Renzi saranno decisive.
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