CONTRO IL PIANO SOSTA
Referendum sulle strisce blu
La Lega nord all’attacco: «Decidano i cittadini. Sufficienti le firme del cinque per cento degli elettori». La consultazione può avere solo carattere consultivo
Cancellare le strisce blu. Con un referendum. Tre anni fa la proposta di una consultazione cittadina per bloccare il parcheggio sotterraneo alla Prima Cappella. Oggi, l’idea di chiamare i varesini a esprimersi sul piano della mobilità che ha diviso gli abitanti ma ha avuto il merito di ricompattare il centrodestra. A proporre il provvedimento è la Lega Nord per voce del suo segretario cittadino, Carlo Piatti. Un‘idea che ha preso forma nelle ultime ore dopo il consiglio comunale con le proteste per il piano, con le voci inascoltate delle opposizioni, con l’alta tensione all’esterno di Palazzo Estense. Un disegno che al momento ha contorni sfumati ma che potrebbe anche tradursi in una raccolta firme per ottenere l’obiettivo. Soprattutto una proposta dirompente che può piacere anche agli altri consiglieri che siedono all’opposizione nel Salone Estense e che proprio sabato 23 si sono presentati unite contro la giunta Galimberti, in una sorta di nuova coalizione.
«Visto che il referendum sul compenso del sindaco è rimasto, al momento, lettera morta come molte altre boutade elettorali della giunta Galimberti, ho invece io un referendum da proporre, quello sulla sosta», spiega Piatti. «Un’idea della quale abbiamo cominciato a parlare proprio questa mattina», commenta Roberto Leonardi, coordinatore cittadino di Forza Italia.
Per l’esponente leghista «non è poi così complicato», basta infatti raccogliere il 5 per cento delle firme degli elettori. «Non si può indire un referendum sulle tariffe comunali, ma sul piano in generale, sì». Lo statuto comunale dice che il referendum può essere soltanto consultivo, e che può essere indetto in due modi. O su iniziativa del consiglio comunale, con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri, o con la richiesta del 5 per cento degli elettori. C’è poi lo scoglio dell’ammissibilità della consultazione che, nel caso di raccolta firme, cioè di richiesta da parte degli elettori, deve essere deciso dal consiglio comunale “con un voto favorevole della maggioranza assoluta”, recita il comma 4 dell’articolo 89 dello Statuto comunale.
Secondo il segretario cittadino lumbard, «le cose che non vanno sono moltissime, in questo piano, le proteste sono sotto gli occhi di tutti e allora chiediamo che cosa ne pensano davvero i cittadini». Snocciola alcune critiche, Piatti, del piano “Varese si muove”, «solo alcune del lungo elenco fatto finora». «Si era parlato della prima mezz’ora di sosta gratis per tutti, una delle tante promesse non mantenute dal centrosinistra, invece sono comparsi 1.880 stalli blu e molti con problemi per la viabilità e la sicurezza, perché in prossimità di incroci o perché posti in punti che impediscono il passaggio dei mezzi di soccorso». E ancora: «Abbiamo fatto segnalazioni ma sono state del tutto ignorate». Altro tema, quello del costo per la collettività, cioè per i forzieri di Palazzo Estense, del Park&Bus. Ai cittadini costa 10 centesimi prendere il pullman nei parcheggi (Masnago, Borri, Schiranna, Belforte) e tornare a riprendere l’auto, ma per ogni tratta, il Comune deve sborsare la differenza per arrivare a 2 euro e 80 centesimi ad Autolinee varesine, cioè il costo intero del biglietto di andata e ritorno. «Né in sede di discussione del piano né in sede di bilancio si è mai affrontato questo problema - prosegue Piatti - e, sembra assurdo, più il piano funzionerà più soldi il Comune dovrà perdere».
Il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Simone Longhini, sottolinea che «sono già cinque le mozioni sulla sosta presentate dai consiglieri» e che «devono essere discusse, così come in qualche modo la questione del piano da correggere va riaffrontata, non può essere accantonata così dall’amministrazione Galimberti, le persone scontente sono moltissime».
Tra le mozioni, quella presentata da Luca Boldetti (Lista Orrigoni) per intervenire al Sacro Monte, su due fronti. Il primo: aumentare la fascia minima di orario della tariffa turistica senza aumentare il costo (un euro e 50), portandola da un’ora e mezza a due. Secondo: poiché in inverno il numero di turisti diminuisce e il ticket nel fine settimana appare «un vero balzello», Boldetti propone di mantenere il pagamento da marzo a ottobre. Ma di eliminare il biglietto nei mesi di maggiore afflusso di visitatori e pellegrini.
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