Regione, balletto varesino
Quando si dice la varesinità. Una cifra speciale, che ha invaso la Regione Lombardia, che non piace a tutti e che pure tiene banco in scia alle nomine del governatore Roberto Maroni in molti posti strategici della sua amministrazione. La folta pattuglia varesina si è di recente arricchita della figura del segretario generale di Palazzo Lombardia, Giuseppe Bonomi, avvocato, ex parlamentare leghista, già presidente della Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, e di Alitalia. Bonomi, con i gradi anche di direttore generale, è arrivato nella principale stanza dei bottoni regionale meno di un anno fa, e sarebbe già in partenza. Secondo alcune fonti interne a Palazzo Lombardia, la poltrona di massimo dirigente gli starebbe scomoda, non lo gratificherebbe. E il motivo non sarebbe affatto la marea di quotidiane incombenze che la rendono quasi impraticabile. Vero? Falso? Bonomi è un manager di alto profilo, le cui competenze non sono mai state messe in discussione. Fatto è che potrebbe essere dirottato alla presidenza di Arexpo, la società chiamata ad occuparsi della destinazione delle aree di Expo 2015. Un altro incarico delicatissimo, che Maroni vuole affidare a un fedelissimo nel tentativo di evitare forzature da parte di altri enti interessati alla partita. E se Bonomi lasciasse davvero Palazzo Lombardia? Le voci indicano in Giovanni Johnny Daverio il suo successore. Daverio, un altro varesino, è un amico personale di Maroni, non solo perché è tra i principali componenti del Distretto 51, la band musicale del governatore. Al suo attivo c’è una lunga militanza dirigenziale, fin dai tempi in cui Roberto Maroni era ministro del Welfare in uno dei governi di Silvio Berlusconi: Daverio era il suo braccio destro al ministero. Dopo un periodo come direttore generale dell’Asl di Varese, Daverio è approdato in Regione alla direzione dell’assessorato alla Famiglia (assessore Maria Cristina Cantù) e, attualmente, come direttore dell’assessorato all’Inclusione Sociale (assessore Giulio Gallera) che, tra le altre cose, si occupa della sperimentazione del reddito di autonomia, una delle principali novità introdotte dalla giunta regionale di centrodestra. Nomima sicura, dunque, alla segreteria generale? Non proprio. In ballo per lo stesso incarico in uno dei principali centri decisionali e, quindi, di potere della Regione, ci sarebbe anche l’attuale vice segretario finanziario dell’ente, Antonello Turturiello, che potrebbe essere preferito a Daverio in luogo della sua specifica esperienza. Resta il fatto che la massima poltrona dirigenziale di Palazzo Lombardia è un posto chiave, da cui passa sia l’organizzazione strutturale e degli organici sia l’intera operatività dell’ente. Che Maroni intenda avere lì un fedelissimo è scontato, proprio per la natura strategica del posto. Insomma, un altro varesino per comandare in Regione. A dispetto dei mugugni in senso trasversale tra i partiti che preferirebbero una diversa distribuzione degli incarichi, sia quelli tecnici e amministrativi sia quelli politici sia e soprattutto quelli dirigenziali.
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