Grecia
## Renzi tifa sì a bassa voce: greci scelgano tra euro e dracma
Pd: proposta Ue ragionevole, chiede riforme che abbiamo fatto noi
Roma, 29 giu. (askanews) - Che Matteo Renzi tifi per il sì dei greci all'accordo con i creditori è evidente. Ma a differenza di molti suoi colleghi europei, il premier lo dice a bassa voce: un tweet in inglese, per dire che la scelta "non è tra la commissione Ue e Tsipras", ma "tra l'euro e la dracma". Traduce una fonte del Pd: "La decisione è in mano al popolo greco, e il premier italiano rispetta la loro sovranità. Ma la nostra posizione è che la proposta della commissione Ue è ragionevole, e soprattutto chiede ai greci di fare quello che già altri Paesi hanno fatto, in primis l'Italia". Ovvero "prendere atto che il mondo è cambiato, è che se tutta Europa va in pensione a 67 anni, i greci non possono andarci a 58". E questo "è ridicolo chiamarlo un attacco alla democrazia", nè è paragonabile "alla vecchia austerity".
Un ulteriore chiarimento lo fornisce la nota di Enzo Amendola, minoranza dialogante del Pd e responsabile Esteri: innanzitutto, la scelta di rompere i negoziati viene imputata al governo greco, in secondo luogo il referendum apre "una spirale rischiosa" per i greci. Ma sopra la proposta dei creditori mostra "segni evidenti di controtendenza" rispetto alle "scelte sbagliate" del passato, "venendo incontro" ai negoziatori greci. Dunque è questo il quadro negoziale su cui occorre "continuare a insistere, con l'evidente disponibilità unitaria dei partner dell'Eurozona - a partire dall'Italia - ripetuto in queste ore drammatiche". Insomma, nessuna nuova proposta, e nessuna tentazione - neanche lontana - di rompere il fronte europeo con posizioni come quelle invocate da Cuperlo, Bersani o Fassina. Una precisazione importante per il premier, a due giorni dal colloquio a Berlino con Angela Merkel: Renzi ci tiene a far sapere che la sua linea non cambia, ovvero riforme interne per avere flessibilità dall'Europa.
Quelle riforme che Renzi a maggior ragione oggi è più contento di aver fatto: "Sono la nostra vera garanzia", ha detto nei giorni scorsi, più di ogni strumento della Bce. Perchè nella dinamica interna il bersaglio di Renzi sono "i populisti e demagoghi antieuropeisti che cinicamente fanno il tifo per una uscita della Grecia dall'Ue", come scrive Amendola nella nota del Pd. E che magari in qualche caso prospettano agli italiani un "mondo possibile" anche senza l'euro. Ovvero quello "strano fronte", spiegano da largo del Nazareno, che oggi tifa per il no dei greci al referendum e "di conseguenza per l'uscita dall'euro". Salvini, Brunetta, la sinistra radicale, "questo è il fronte che incita i greci a votare no: un fronte che non sarebbe in grado di fornire la minima alternativa credibile di governo", tagliano corto dal Nazareno.
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