PD AGITATO
Resa dei conti. In silenzio
Infortuna chiede invano una presa di posizione sul caso Molina
Nello stagno ha lanciato non un sasso, un macigno. L’acqua è rimasta immobile. L’azione non ha avuto alcuna reazione. Almeno fino allo spegnimento dei microfoni e delle luci nel Salone Estense.
Serata surreale per il consiglio comunale di lunedì. Clima teso, tre argomenti all’ordine del giorno ma l’unico punto politicamente rilevante è quello che non è stato citato - caso Molina e questione Lega Civica - se non dal consigliere Pd Giampiero Infortuna. Uno dei tre consiglieri considerati dissidenti (insieme con Fabrizio Mirabelli e Luisa Oprandi), o meglio “non allineati” all’interno del gruppo Dem. è’ stato Infortuna a chiedere, con un intervento in apertura di seduta, una presa di posizione da parte «prima di tutti dei colleghi del Partito democratico» ma anche dei «consiglieri di maggioranza» e dell’«intera amministrazione (...) perché esprimano, anche solo con un intervento in questa seduta, una posizione chiara in tal senso». Nessuna reazione. Il silenzio alle parole pesanti, alla presa di posizione di Infortuna. E mentre si profila la resa dei conti all’interno del Pd, con l’assemblea degli iscritti in programma lunedì prossimo, dai dissidenti o ritenuti tali arriva un coro: «Noi non ci muoviamo dal Partito democratico».
Lungo il documento di Infortuna, esterrefatto al termine del Consiglio. «Nessuno ha detto niente, pazzesco, ma più che una sede istituzionale come questa per confrontarsi, che cosa altro dovrei scegliere?».
Nelle parti salienti del suo documento, commentato con una frase di Sartre “Ogni parola ha conseguenze, ogni silenzio anche”, si fa riferimento alle vicende giudiziarie degli ultimi giorni (14 indagati per due filoni dell’inchiesta sulla Fondazione Molina, con il coinvolgimento di esponenti collegati alla Lega Civica, tra cui l’ex vicesindaco Giampaolo Ermolli che si è dimesso dalla commissione urbanistica dopo l’avviso di garanzia, oltre a un esponente della Lega Nord). Ecco l’intervento di Infortuna: «Dopo ciò che è avvenuto negli ultimi giorni (...) a seguito di una mancata presa di posizione del Pd, ho ritenuto fosse necessario esprimere delle riflessioni politiche che andassero nella direzione di una salvaguardia dei valori di legalità e di trasparenza che sento miei e che sono convinto debbano far parte del genoma del Partito democratico, ma anche e soprattutto per la salvaguardia degli elettori che, dandomi la preferenza, hanno votato Pd». Aggiunge Infortuna: «Nessuno di noi è stato eletto per ratificare gli atti amministrativi che ci vengono sottoposti». E ancora: «Quando una sequela di indagini coinvolge esponenti di forze politiche di opposizione, ciò che mi interessa in qualità di cittadino e richiama la mia attenzione in veste di consigliere comunale e quando queste vicende riguardano figure politiche di vecchia data che, per mezzo del loro candidato sindaco, oggi presidente del Consiglio comunale (Stefano Malerba, ndr), hanno apertamente dichiarato il sostegno alla coalizione di cui faccio parte, è chiaro che tutto assuma una dimensione ben diversa».
Sulla situazione interna al Pd cittadino è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega Nord Emanuele Monti: «A prescindere da quello che sarà il risultato della consultazione interna dei democratici varesini, sembra che il ciclo vitale di questa maggioranza sia prossimo ad esaurirsi anzitempo. Personalmente non credo che saranno gli iscritti al Pd a staccare la spina, ma le contraddizioni interne allo schieramento, per Galimberti risulteranno in ultima istanza fatali».
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