DOPO L’INCENDIO
Riaperta la strada del Sacro Monte
L’assessore regionale Bordonali racconta i soccorsi e l’impegno della Protezione civile: «In campo con ogni mezzo»
Mentre il bosco devastato dalle fiamme è al centro dei sopralluoghi e delle opere di bonifiche in attesa di intraprendere il lungo cammino verso la rinascita, lentamente a Varese e nei comuni confinanti con il Parco del Campo dei Fiori si torna verso la normalità. Dopo il rientro delle famiglie dalle case evacuate durante le fasi più critiche dell’incendio, nel pomeriggio di giovedì 2 è stata riaperta anche la strada per il Sacro Monte, rimasta vietata ai mezzi privati per agevolare le operazioni di spegnimento delle fiamme. Rimane chiusa invece la strada per il Campo dei Fiori dal bivio del Sacro Monte.
A emergenza (quasi) archiviata è il momento delle riflessioni e - perché no - degli applausi. La Protezione civile, assieme ai Vigili del fuoco, è stata fondamentale nello spegnimento del rogo del Campo dei Fiori. Cosa succede dietro le quinte del peggior incendio della storia moderna della montagna di Varese, quando bisogna prendere decisioni veloci e non sempre facili? Abbiamo “girato” alcune domande, emerse in questi giorni, a Simona Bordonali, assessore regionale alla Protezione civile.
Perché il territorio lombardo, con un’area boschiva enorme, non era dotato di alcun Canadair?
«I Canadair della flotta nazionale sono tutti di proprietà dei vigili del fuoco e gestiti, per motivi tecnici/specialistici, da una ditta privata. Annualmente nel periodo ad alto rischio incendi boschi che, per la Lombardia, è statisticamente compreso fra i mesi di dicembre e aprile, il Centro operativo aereo unificato (Coau) che gestisce operativamente la dislocazione della flotta aerea dello Stato, provvede all’assegnazione dei mezzi sul territorio nazionale. Normalmente nel periodo ad alto rischio, il Coau provvede a posizionare nelle regioni del nord sia aerei Canadair sia elicotteri Erickson S64. Durante la campagna invernale 2017, Regione Lombardia ha beneficiato di 2-3 Canadair posizionati a Genova e un Erickson posizionato a Montichiari (Brescia), un mezzo operativamente molto più efficiente per la conformazione del territorio lombardo di montagna. Regione Lombardia dispone di una flotta di sette elicotteri dislocati in quattro basi posizionate a Vilminore di Scalve (Bergamo), Erba (Como), Talamona (Sondrio) e Cassano Magnago (Varese)».
Perché prendere in prestito Canadair all’estero quando ce ne sono 6 a Ciampino, 3 a Lamezia Terme, 3 a Olbia, 3 a Trapani? Avete chiesto, come Regione, i Canadair italiani?
«Il Coau, a oggi, ha soddisfatto tutte le richieste inoltrate da Regione Lombardia. La flotta italiana di Canadair ha appena concluso una massacrante campagna estiva e quindi molti mezzi attualmente sono in manutenzione obbligatoria. Il Coau, in questi giorni di emergenza straordinaria, in cui normalmente non ci sono problemi di incendi su tutto il territorio nazionale, ha messo in campo tutto quanto è in grado di volare richiedendo, in base alla convenzione Europea, la cooperazione di due mezzi provenienti dalla Croazia necessari per sopperire alle richieste delle Regioni (Lombardia e Piemonte). La Convenzione europea permette di sopperire, in emergenza, alle necessità degli Stati aderenti.
Quanto costa l’affitto giornaliero di uno dei Canadair presi all’estero?
«Indicativamente l’impiego di un Canadair costa circa 12mila euro ad ora di intervento»
Parlando con chi ha operato sugli incendi è emersa questa riflessione: durante i terremoti e le alluvioni di questi anni, i volontari e gli addetti varesini sono andati ad aiutare sempre e in massa le zone colpite. Stavolta per l’incendio del Campo dei Fiori, il peggiore della storia varesina, è venuto qualcuno in soccorso, a parte i Canadair di Genova?
«Su ogni incendio viene inviato un Direttore operazioni di spegnimento (Dos) che valuta le necessità del personale volontario, dei mezzi di terra e dei mezzi aerei ritenuti necessari per affrontare in sicurezza le operazioni di spegnimento. La Sala operativa regionale ha assicurato ai Dos che si sono alternati sugli incendi di Varese tutto quanto è stato richiesto da loro, in termini di personale e mezzi. Prova ne è che nelle giornate di lunedì e martedì hanno operato sugli incendi di Varese un numero importante di volontari provenienti da altri enti territoriali confinanti con la zona di intervento».
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