LA BATTAGLIA
«Riaprano le Poste chiuse»
La Regione si appella a una sentenza del Consiglio di Stato e chiede di ripristinare gli sportelli aboliti nel 2015. Il Varesotto tra i più penalizzati dai “tagli”
«Vengano riaperti gli uffici postali smantellati nel 2015». È la richiesta fatta oggi, 30 maggio, dal vice presidente della Regione Lombardia, Fabrizio Cecchetti, che si appella alla sentenza con cui il Consiglio di Stato ha stabilito che le chiusure delle sedi delle Poste non possono essere decise solo sulla base di valutazioni economiche. «Nelle motivazioni della sentenza - osserva Cecchetti - si legge che il servizio postale universale deve essere garantito e l’equilibrio economico non può essere elevato a parametro esclusivo per decidere la chiusura o variazione d’orario di apertura degli uffici postali. E inoltre che il confronto preliminare con gli enti locali interessati dalle proposte di razionalizzazione della rete degli uffici postali non solo deve essere effettivo, ma anche considerato come obbligatorio da parte di Poste italiane». «E dunque il Consiglio di Stato annulla quei provvedimenti risalenti al 2015» ritiene il vice presidente che sul tema ha presentato una mozione in Consiglio regionale. «Il piano di riorganizzazione di Poste Italiane - aggiunge Cecchetti - ha determinato la chiusura di decine di sportelli su tutto il territorio lombardo, soprattutto nelle zone periferiche e di provincia. Ciò ovviamente ha creato forti disagi alle persone anziane e in generale ai lavoratori e a tutta la cittadinanza locale. A fronte della sentenza del Consiglio di Stato, la Regione deve scendere in campo e trovare un accordo con Poste Italiane per la riapertura degli sportelli o in alternativa agire in sede giudiziaria». La provincia di Varese era stata una delle più penalizzate in LOmbardia per ciò che riguarda la chiusura e la razionalizzazione (servizio a giorni alterni) di “filiali” delle Poste.
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